Nei primi dieci mesi di quest’anno in Italia le vittime di femminicidio sono state 106, una donna uccisa ogni 72 ore: questo il bilancio dei dati riportati da Eures – Ricerche economiche e sociali. Dati in leggero ribasso rispetto agli anni precedenti: nel 2016, infatti, sono state uccise 149 donne e nel 2017 il numero si è fermato a 123. Tuttavia, secondo i dati diffusi dalla Polizia di Stato sarebbero solo 32 i casi in cui si può propriamente parlare di femminicidio, i casi cioè in cui una donna viene uccisa in ragione del proprio genere.
In ogni caso, in Italia, il panorama generale circa la violenza sulle donne non è affatto confortante: aldilà dei femmicidi, ogni giorno sono moltissime le donne a subire violenza. Proprio secondo l’ultimo rapporto Istat sul fenomeno il 31,5% delle donne italiane comprese tra i 16 e i 70, pari a 6 milioni e 788 mila, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Lungi dall’identificare la violenza di genere esclusivamente con i femminicidi o i casi più estremi di violenza sessuale, ogni donna nel corso della sua vita, quasi quotidianamente è vittima di una qualche forma di violenza, trattasi anche “solo” di violenza verbale o molestia. Ad esempio, in Italia sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Nei tre anni precedenti all’indagine Istat, ovvero fra il 2013 e il 2016, hanno subito questi episodi di molestie oltre 425 mila donne.
Un insulto per strada, una mano sul sedere, una molestia dal datore sono alcuni degli episodi che le donne hanno ben presente nelle loro menti, perché purtroppo ancora troppo spesso, anche nelle società “civili”, dove si ritiene che le donne abbiano conquistato la parità, avvengono quotidianamente fatti simili che dimostrano come l’eguaglianza di genere non è stata ancora pienamente raggiunta.
Non si può negare che numerosi passi in avanti sono stati compiuti negli ultimi decenni, basti pensare che le donne in Italia hanno iniziato a votare per la prima volta soltanto 73 anni fa, ma non ci si può fermare qua. E non ci si deve fermare adesso. Perché, come recita la campagna social lanciata da Mara Carfagna con l’hastag #Nonènormalechesianormale, non è normale che in Italia una donna su tre è vittima di violenza, non è normale che le donne continuino ad essere pagate meno degli uomini, non è normale che le donne abbiano spesso timore ad uscire da sole, e soprattutto non è normale che esista ancora una mentalità patriarcale e maschilista che vede nell’indipendenza, nella libertà e nella realizzazione sociale delle donne una minaccia che va eliminata.