A poche ore dall’incontro previsto per discutere il futuro dell’aeroporto di Comiso, arriva una notizia devastante: Aeroitalia ha annunciato la cancellazione di tutti i voli in partenza dallo scalo ibleo a partire dal prossimo gennaio. Una decisione che solleva pesanti interrogativi sul futuro dell’aeroscalo ibleo.
La dichiarazione dell’amministratore delegato di Aeroitalia
In un comunicato ufficiale, l’amministratore delegato di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, ha spiegato le motivazioni alla base della decisione. “Non ci sentiamo inferiori a nessun’altra compagnia aerea”, ha dichiarato. “Nonostante i nostri sforzi per sostenere e valorizzare il territorio di Comiso, dobbiamo ammettere con delusione che il nostro impegno non è stato adeguatamente riconosciuto dalla comunità locale e dal contesto operativo. Questa mancanza di apprezzamento ha reso insostenibile per noi il proseguimento delle operazioni su questo scalo”. La cancellazione dei voli, che prenderà effetto dal 15 dicembre, segna dunque una sconfitta per Aeroitalia, che ha investito notevoli risorse nel tentativo di far decollare l’aeroporto di Comiso.
Il grande successo dei periodi estivi
Questa decisione arriva dopo un periodo di successi che sembravano promettere bene. Solo due mesi fa, lo stesso Intrieri parlava di Comiso come di una “sfida nella sfida”, esprimendo entusiasmo per l’esperienza positiva vissuta. “Comiso ci ha regalato un’estate fantastica, che ci ha permesso di raggiungere 200.000 passeggeri in un anno”, aveva dichiarato, lodando il coraggio del management di SAC (Società Aeroporto Catania), che aveva scelto di puntare su Comiso come alternativa alle difficoltà del trasporto aereo nazionale. Parole che oggi, alla luce della cancellazione dei voli, suonano come una beffa.
Un futuro incerto per l’aeroporto di Comiso
La decisione di Aeroitalia mette in crisi il futuro dell’aeroporto di Comiso, che stava cercando di affermarsi come punto di riferimento per il traffico aereo nel sud-est della Sicilia. Mentre la cancellazione dei voli mette a rischio i lavoratori e l’economia locale. La speranza di una ripresa sembra oggi più lontana che mai.