Nel corso della scorsa settimana, con un’allerta meteo che si è protratta per più giorni, l’Università di Catania ha scelto di sospendere le lezioni in presenza per non esporre a rischi gli studenti che dovevano parteciparvi.
Ma quest’anno è cambiato qualcosa rispetto alle situazioni di allerta meteo degli scorsi anni. Infatti, invece di sospendere semplicemente per una settimana le lezioni, in quest’occasione si è potuto ricorrere alla DaD, la Didattica a Distanza. Gli studenti non hanno quindi interrotto il flusso delle lezioni, ma hanno potuto seguirle da casa in attesa che la situazione meteo rientrasse.
Com’è ben noto, la DaD è nata come strumento di emergenza allo scoppio della pandemia, quando non era possibile seguire le lezioni in presenza. E si è ricorsi alla Dad anche nel corso dell’anno accademico successivo all’inizio della pandemia, anche se si è sempre specificato che la Didattica a Distanza fosse da usare in maniera integrativa e non sostitutiva alle lezioni in presenza.
Ma, per quanto riguarda l’anno accademico 2021/2022, la situazione è più articolata. Infatti, sembrerebbe che la possibilità della DaD scoraggi la didattica in presenza, effetto indesiderato inevitabilmente percepito come negativo. Inoltre, come spiegato in un post su Facebook del Senato Accademico Unict, il DL 11/2021 “impone agli Atenei la didattica in presenza per l’anno accademico 2021/22, in virtù del miglioramento della situazione epidemiologica nazionale”. Anche se, nel caso dell’Università di Catania, si è riusciti ad assicurare la possibilità di effettuare la DaD per tutto il mese di ottobre.
“Lezioni in presenza? Non mi sento tutelata”: la denuncia di una Studentessa Unict
Tuttavia, alle porte di novembre è tempo di definire meglio questa situazione e, in questo contesto, l’allerta meteo degli scorsi giorni è diventata motivo aggravante per affrontare nuovamente la questione “DaD sì/DaD no” o, in una versione più inclusiva, “DaD anche”. Secondo le ultime indiscrezione, l’Università di Catania sta valutando di mantenere la didattica a distanza fino a nuova comunicazione.
Nei prossimi giorni, infatti, si svolgerà un vertice per valutare di mantenimento della modalità mista. “Questa situazione si impone per la necessaria riflessione che l’ateneo deve fare di questo strumento in considerazione delle varie necessità di ciascun dipartimento e corso di studi, e anche per le diverse anime che compongono ateneo” viene riportato sul post Facebook del Senato Accademico.
Infatti, durante il nuovo anno accademico in corso, sono sorte diverse polemiche riguardanti proprio l’uso della Dad. Se per molti studenti si tratta di uno strumento “inclusivo” che permette agli alunni che non potrebbero partecipare in presenza per vari motivi, di seguire le lezioni, allo stesso tempo la Dad si dimostra uno strumento “divisivo” perché tanti altri studenti, che invece hanno la possibilità di seguire le lezioni in presenza, non vedevano l’ora di poter abbandonare i pc e tornare alle lezioni frontali all’Università.
Ed è quindi per questo motivo che gli studenti di Unict, ma anche di altre università italiane, chiedono una più attenta riflessione sull’uso della DaD, pensando anche a soluzioni come ad un uso esclusivo per categorie specifiche o situazioni particolari.