La cenere dell’Etna, e in generale tutta la cenere vulcanica, non verrà più trattata come rifiuto speciale e diventa, anche nella burocrazia, una risorsa da riutilizzare per nuovi cicli produttivi. Lo prevede una modifica della normativa inserita nel dl Semplificazioni, come riferisce la deputata regionale Gianina Ciancio.
Finora la norma prevedeva lo smaltimento della cenere vulcanica come rifiuto speciale. Un provvedimento oneroso per le amministrazioni comunali e per i cittadini. Lo smaltimento in discarica infatti costerebbe circa 120€ a tonnellata. Come alternativa ci sarebbero gli impianti di recupero inerti, al costo di 12€ a tonnellata. Se si considera che a metà marzo, durante i parossismi vulcanici sussegutisi tra febbraio e marzo, la Dusty ha raccolto oltre 250 tonnellate di cenere, i conti sono presto fatti.
Sono numerosi i progetti di riutilizzo delle ceneri dell’Etna, dallo smaltimento come risorsa per l’edilizia agli usi artistici.
“Questo permetterà ai comuni – commenta la deputata Ciancio –, quindi anche ai cittadini, di abbattere i costi (a volte esorbitanti) del suo smaltimento e consentirà di reimpiegarla in altri settori importanti, come l’edilizia o l’agricoltura. Un provvedimento atteso da tempo che finalmente diventa realtà”.