Durante l’intervista, si è passati ad un argomento ora più che mai scottante: l’istruzione e l’avvento del Covid-19. A tal proposito, Manfredi ha affermato che “l’Università ha retto l’impatto combinando formazione in presenza e formazione a distanza: abbiamo garantito una continuità formativa ai nostri studenti”.
Ma il problema adesso sarebbe un altro.
“Riguarda le scuole superiori, soprattutto l’impatto che questo anno difficile avrà sul loro ingresso all’università – ha ammesso Manfredi – . Su questo noi dovremmo lavorare, anche per cercare di compensare queste difficoltà formative; già quest’anno in parte si è fatto, cercando di favorire la presenza in aula delle matricole, proprio per aiutare questo processo di transizione”.
Si è parlato, infine, dei docenti e del quinto ciclo TFA: si chiede, infatti, che venga attivato un corso di specializzazione ad hoc per gli idonei, senza dover attendere il prossimo ciclo. Manfredi, a cui starebbe particolarmente a cuore tale argomento, ha fornito chiarimenti a riguardo.
“L’attivazione non dipende dal mio ministero – ha precisato – il numero di persone che si possono formare è definito dal Ministero dell’Istruzione”.
Nonostante questo, il ministro Manfredi ha fornito anche alcune speranze.
“Stiamo dialogando con il Ministero per fare in modo che questo contingente si possa allargare – ha annunciato – .Già quest’anno stiamo formando trentamila docenti, che è il numero più grande mai fatto nella storia. Cercheremo comunque di dare una risposta concreta”.