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Tamponi rapidi dal medico di famiglia a 18 euro: polemiche sulla sicurezza

Tamponi rapidi dai medici di famiglia o nelle asl a costo dello Stato: ecco l'ipotesi che sta facendo discutere per la sicurezza di studi e ambulatori.

Accordo in vista tra Governo e sindacati dei medici di base per il via libera ai tamponi antigenici rapidi dal proprio medico di famiglia, con costo a carico dello Stato e non del paziente. La misura, che prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro per eseguire 2 milioni di test rapidi dai medici di base, dovrebbe essere contenuta nel decreto ristori, anche se manca l’approvazione di alcune sigle sindacali.

La decisione è stata presa a seguito dell’aumento del numero di persone positive al SarsCov2 asintomatiche rilevate dai tamponi grazie al contact-tracing. Inoltre, con la crescita esponenziale dei casi di Covid delle ultime settimane, è entrato in crisi il sistema del tracciamento. Difatti le Regioni chiedono di riservare ora i tamponi molecolari ai soggetti sintomatici, per alleggerire il peso a carico dei servizi territoriali e degli ospedali.

Proprio per cercare di tracciare quanti più soggetti abbiano il virus, l’accordo tra governo e medici di base, prevede la possibilità di eseguire il tampone rapido presso il proprio medico di famiglia, con il costo a carico dello Stato. Il costo è di 18 euro al medico per ogni tampone eseguito nello studio del medico di base, mentre sarà di 12 euro se somministrato in una struttura Asl, da parte dello Stato, che inoltre fornirà i dispositivi di sicurezza da indossare ogni volta che un medico entra in contatto con un possibile caso di contagio da Covid, per poter eseguire il tampone in sicurezza ed evitare di contagiarsi a sua volta.

L’accordo trovato si basa sull’atto di indirizzo della conferenza Stato-Regioni e non ha l’adesione di tutte le sigle sindacali dei medici di base, ma solo di una. Questo, perché i medici chiedevano l’adesione volontaria ad eseguire i tamponi, mentre il testo che verrà inserito nel Decreto Ristori contiene l’obbligo per i medici di famiglia di eseguire i tamponi antigenici rapidi.

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Le maggiori criticità espresse dai medici tramite i propri sindacati, riguardano infatti le strutture in cui eseguire i tamponi per evitare focolai di contagio nei propri studi professionali o ambulatori, con la presenza nelle stesse strutture di soggetti che hanno il covid che entrerebbero in contatto con soggetti non contagiati. Proprio per questo motivo, alcune sigle sindacali si sono astenute dalla firma dell’accordo.