Ieri sera è divampato un incendio presso la riserva naturale Monte Cofano (TR), tra San Vito Lo Capo e Custonaci. Si pensa che il tutto sia partito dal versante del golfo di Macari, nella parte sovrastante la torre della Tonnara, e che poi, tramite il vento di scirocco, sia giunto fino al Monte.
L’incendio, così esteso da essere visibile presso il golfo di Bonagia e quello di Macari, è “l’ennesima azione criminale perpetrata ai danni del nostro patrimonio ambientale”, per dirla con le parole del sindaco di Custonaci, Giuseppe Morfino.
Tuttavia, è stato possibile limitare i danni dell’incendio grazie ad un tempestivo intervento dei vigili del fuoco e della Forestale. Le squadre di soccorso hanno lavorato durante tutta la notte per spegnere l’incendio, affinché questo non si estendesse maggiormente. Per fortuna, gli ultimi focolai sono stati spenti durante le prime ore del mattino, intorno alle 5, e al momento sono in corso i lavori di bonifica della zona, effettuati dalla guardia Forestale.
L’evento, disastroso per le campagne trapanesi, ha suscitato una grande indignazione a causa delle suggestive immagini del Monte in fiamme, che sembrano quelle di un vulcano in eruzione. “Le foto di stanotte con Monte Cofano in fiamme fanno rabbrividire – dice al riguardo il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zinna –, ci deprimono e ci sconfortano profondamente. Le alte fiamme che hanno avvolto tutta la riserva naturale hanno trasformato la montagna a picco sul mare in un vulcano in eruzione, pronto ad esplodere. Un altro, l’ennesimo, pezzo della nostra bellezza è andata in fumo. Chissà quanti anni ci vorranno per farlo rivivere.
Ma chi vuole tutto questo? Chi sono questi assassini di futuro? Chi continua a seminare odio per la nostra terra, per il nostro patrimonio naturalistico? Sono queste violenze, questi assurdi atti voluti, pensati e realizzati da siciliani, che distruggono la nostra vita, le nostre comunità, i nostri territori, la nostra storia. Non quei poveri disgraziati che arrivano con i barchini per fuggire dalla fame e dalle guerre. Siamo noi siciliani i colpevoli e i responsabili. Siamo noi che appicchiamo il fuoco.
Lo sappiamo che sono pochi questi delinquenti, criminali, ladri di speranze, ma noi tutti non facciamo nulla per fermarli. Non basta più inasprire le pene per chi commette questi reati. È il nostro modo di pensare che deve cambiare”.