I numeri dicono che il Reddito di cittadinanza non ha funzionato. La distanza tra gli obiettivi dichiarati e quelli concretamente realizzati ha indotto molti osservatori a proclamare il fallimento della proposta che avrebbe dovuto rilanciare l’occupazione in Italia. Infatti, se opportunamente consultate, le fonti del database della Regione Siciliana mostrano come ci sia soltanto un lavoro ogni 900 individui percettori del reddito.
Sono circa 158 mila i beneficiari della misura e l’impresa di posizionamento di una tale copiosa massa in singole occupazioni professionali è piuttosto ardua: il Cnel, infatti, ha posto l’attenzione su una necessaria modulazione dell’applicazione del reddito al fine di non scoraggiare “la ricerca attiva di occupazione e la partecipazione a programmi di formazione”.
Attualmente, nella bacheca online della Regione che raggruppa le offerte lavorative contenute negli ex uffici di collocamento, gli annunci di lavoro sono soltanto 173, di cui 143 a tempo determinato e soltanto 30 a tempo indeterminato.
La Sicilia, dopo la Campania, è la seconda regione per numero di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e talvolta il loro numero supera il 10% dei residenti di una data località. È il caso, ad esempio, dei comuni di del centro trapanese e palermitano: Castelvetrano, Villabate e Bagheria.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, il 20% di coloro che sono stati contattati dai Centri per l’impiego non si sono presentati al colloquio, una cifra analoga è stata dirottata ai servizi sociali perché ritenuta non occupabile. Buona parte dei restanti è stata valutata dai servizi per l’impiego come difficile da collocare per i profili richiesti dalle aziende, ovvero da avviare verso lavori a termine o stagionali che gli interessati possono rifiutare in base alla norme previste nella legge istitutiva.
Gli uffici inoltre stanno tentando di risolve un frequente problema: molti dei beneficiari hanno fornito una mail errata o contatti non validi tali da rendersi impossibili da recapitare.
D’altra parte, la situazione del ragusano appare antitetica rispetto a quella appena descritta: i colloqui procedono spediti e, addirittura, nella cittadina di Vittoria il numero dei richiedenti non raggiunge neanche il 6%. Inoltre, per i primi mesi dell’anno prossimo, sono già programmati alcuni tirocini formativi, degli apprendistati e dei servizi civili.