Catania

Giornata vittime della strada, Crisafulli: “Diciamo basta a questa barbarie!”

Foto archivio
Oggi si celebra la Giornata Mondiale in ricordo delle Vittime della strada. Pietro Crisafulli, responsabile della Sede di Catania dell'AIFVS, ci dà alcuni utili consigli volti a sensibilizzare chi, ogni giorno, si mette alla guida della propria auto.

Da ben 14 anni, la terza domenica di novembre è una giornata dedicata alla riflessione e alla commemorazione: la “Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada”. Si tratta di un’occasione per non dimenticare le vittime della strada oltre che per fermarsi a riflettere sulle possibili azioni da mettere a segno per eliminare o, almeno, ridurre considerevolmente il numero di morti sulle strade.

La Giornata Mondiale del Ricordo, di anno in anno viene osservata in un numero crescente di Paesi in tutti continenti del mondo. Anche Catania parteciperà all’iniziativa dalle ore 11:00, con una manifestazione in piazza Università, nel corso della quale sono previsti interventi delle istituzioni e delle famiglie delle vittime. Pietro Crisafulli, responsabile della sede di Catania dell’Aifvs (Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada) è, insieme ad Alberto Pallotti, presidente Aifvs, tra i principali organizzatori della giornata di commemorazione.

Giornata vittime della strada: perché è importante

Si tratta di un giorno dedicato alla memoria di milioni di persone investite e uccise o ferite sulle straderacconta Crisafulli a LiveUnict –, ma è anche l’occasione per stringersi attorno alle famiglie e alle comunità che hanno subito una perdita e convivono con un ergastolo di dolore, uno strazio sempre presente. Spesso i familiari delle vittime vengono lasciati soli col proprio dolore e senza alcun tipo di assistenza psicologica. Ci aspettiamo dalla classe politica azioni decise per frenare questa vergognosa barbarie presente nella nostra società civile. Non è più possibile rimanere ciechi di fronte all’elevato numero delle vittime: è come se fossimo in guerra solo che, al posto delle armi, ci sono le auto”.

La volontà di istituire una giornata di ricordo in onore delle vittime della strada nasce anche allo scopo di invitare le istituzioni italiane ad una maggiore presenza e attenzione in merito all’argomento. Lo stesso Crisafulli denuncia l’isolamento e l’abbandono subito dai suoi nipoti, figli di Mimmo Crisafulli, morto a soli 25 anni in un incidente stradale. Nonostante siano rimasti orfani del padre, i piccoli nipoti di Pietro Crisafulli non hanno ricevuto alcun tipo di supporto psicologico dopo il tragico incidente del padre.

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“In tanti conoscono la sofferenza che da anni, io e la mia famiglia, continuiamo a patire per la morte prima di mio fratello Salvatore Crisafulli e poi di mio figlio Mimmo – continua Crisafulli –. Da queste dolorose esperienze, ho maturato la ferma volontà di stare vicino alle famiglie delle vittime, condannate anche loro a sostenere un eterno ergastolo di dolore. Queste tragedie devono fungere da monito a chi si permette di mettersi alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o dopo aver bevuto. Non è più possibile morire così: diciamo basta morti sulle strade!

Nel corso della giornata di oggi a parlare saranno anche i familiari delle vittime della strada: in tanti porteranno in piazza storie piene di dolore e sofferenza, racconteranno le loro storie tragiche e, sopratutto, ricorderanno i loro cari venuti a mancare. Queste storie, tuttavia, saranno da monito a chiunque le ascolti, cosicché non debbano più ripetersi le vicende di morte e dolore sulle strade siciliane.

La giornata – spiega Crisafulli – diviene fondamentale non solo per ricordare le vittime ma anche per sensibilizzare la comunità alla prudenza e al rispetto del codice della strada. Troppo spesso gli incidenti sono causati dall’alta velocità, dalla distrazione o dall’utilizzo dello smartphone. Come Onlus, l’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada mira ad organizzare iniziative e manifestazioni che possano sensibilizzare tutti ad usare la testa alla guida, anziché il telefonino. Nel nostro sito vittimestrada.org sono presenti alcuni video da noi realizzati volti a sensibilizzare giovani e meno giovani a non distrarsi alla guida con il cellulare o a non procedere a velocità troppo elevate. Alla guida anche pochi secondi di distrazione possono essere fatali e il rischio di perdere la vita per una banalità è sempre più alto”.

Dai dati statistici, infatti, emerge come spesso gli incidenti siano causati da una “guida distratta”: sempre più spesso chi guida svolge contemporaneamente un’altra azione: telefonare, chattare o utilizzare i social, come Facebook o Instagram. Si tratta di un comportamento irresponsabile e pericoloso, che si sta diffondendo a macchia d’olio da alcuni anni a questa parte. Dal quadro delineato dall’Aci emerge una situazione allarmante: la distrazione sia alla base del 75% degli incidenti stradali, cellulari e smartphone sono una delle cause principali. Chattare alla guida significa distogliere l’attenzione dalla strada anche per pochi secondi, che però sono sufficienti a determinare conseguenze irreparabili.

La sensibilizzazione nelle scuole

Associazioni come l’AIFVS da anni si propongono di attuare politiche volte alla sensibilizzazione dei giovani nelle scuole e al rispetto delle norme e del codice stradale. “Per sensibilizzare al rispetto del codice della strada, spesso partiamo dalle scuole – racconta ancora Crisafulli –. Appare fondamentale instillare nei giovani l’amore e il rispetto nei confronti della vita e, quindi, delle norme del codice della strada: è necessario far capire ai ragazzi che non fermarsi allo stop, non rispettare una precedenza o schiacciare troppo il piede sull’acceleratore fanno parte di atteggiamenti criminali. Negli spot associativi da noi realizzati si evidenzia spesso il cellulare come strumento di morte se usato alla guida”.

Tra le iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, c’è anche la proiezione del film “La voce negli occhi”, realizzato da Pietro Crisafulli per ricordare il fratello Salvatore, morto l’11 settembre 2003, all’età di 38 anni. Salvatore venne travolto, a Catania, da un furgone insieme al figlio, che stava accompagnando a scuola. La diagnosi è di stato vegetativo post-traumatico. Quando, dopo anni, Salvatore si sveglia, si rende conto che tutti lo ritengono incosciente, compresi i suoi familiari. Vive così la drammatica esperienza di non poter comunicare, intrappolato dentro il suo corpo, mentre riesce a sentire perfettamente tutto ciò che viene detto, comprese le parole dei medici che sostengono che il movimento dei suoi occhi o il suo pianto sono soltanto riflessi incondizionati involontari.

“Dopo la visione del film – conclude Crisafulli i giovani rimangono spesso colpiti. Ci è capitato anche di sentire le parole di ragazzi che, impressionati dal film, decidessero di non chiedere più ai loro genitori un motorino in regalo”.

Nel salutarci, Pietro Crisafulli ci rinnova l’invito a partecipare alla Giornata mondiale ONU in Ricordo delle Vittime della Strada. L’appuntamento è per oggi 17 novembre, a partire dalle ore 11, in piazza Università: la giornata andrà avanti fino alle 23, con vari interventi e iniziative. Prevista anche l’installazione di un maxi schermo dove verrà proiettato il film in ricordo di Salvatore Crisafulli e la realizzazione di un cuore al centro della piazza, con l’accensione di lumini e foto delle vittime.

A proposito dell'autore

Alessia Longhitano

Catanese di nascita e giarrese d'adozione, classe 1991. Sin da piccola, si appassiona alla lettura di classici e alla scrittura di storie fantastiche, dal fascino noir. Nel 2015, si laurea in Lettere Moderne all'Università di Catania e dopo due anni sabatici, è prossima a conseguire la laurea magistrale in Filologia Moderna. La sua passione smodata per la scrittura nasce dall'osservare e riflettere criticamente sui fatti intorno a sè, cercando di darne una prospettiva quanto più oggettiva possibile. Instancabile sognatrice, si sente cittadina del mondo: da qui nasce il desiderio di visitare quanti più posti possibili in tutte e cinque i continenti. Spera, forse un po troppo utopisticamente, di lasciare il mondo più bello di come lo ha trovato nascendo e scrivendo riflette spesso questo suo sogno.