In arrivo il primo dicembre il concorso università, che bandirà l’assunzione di 2.400 nuovi professori negli atenei italiani.
A partire da dicembre, infatti, gli atenei saranno liberi dal vincolo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, che non consentiva l’avvio di nuovi bandi. L’autorizzazione a procedere alle assunzioni è stata data dall’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, attraverso due decreti ministeriali passati al vaglio della Corte dei Conti.
Il nuovo concorso università autorizzerà l’assunzione di 2.444 figure tra ricercatori, professori associati e professori universitari. In base ai punti organico, gli atenei che potranno colmare più incarichi saranno La Sapienza di Roma, l’Alma Mater di Bologna e la Federico II di Napoli.
I punti organico disponibili e il loro utilizzo determineranno infatti il numero di assunzioni. Attraverso il primo decreto si stabilisce che i 2.223 punti organici ordinari possono essere distribuiti in base a due indicatori: indicatore spese di personale e regime assunzionale al 31/12/2018.
Il 50% delle uscite dell’anno precedente possono essere compensate attraverso assunzioni negli atenei che hanno registrato un rapporto di spesa personale/fondo di finanziamento ordinario di almeno l’80% o un indicatore di stabilità finanziaria inferiore all’1%. Gli atenei con prestazioni al di sotto dei precedenti parametri attraverso il concorso università potranno coprire fino al 100% delle cessazioni dell’anno precedente.
All’interno del secondo decreto si stabiliscono indicazioni sulla distribuzione di altri 221 punti organico. Inoltre, presenti anche 26 punti organico da dividere equamente tra le università con un rapporto di spesa personale / Fondo di finanziamento ordinario più basso del 75% e con un indicatore di sostenibilità finanziaria maggiore di 1,10.
I restanti 195 punti organico verranno assegnati attraverso il rapporto studenti/docenti, le borse di dottorato ed i risultati virtuosi a livello finanziario.
Infine, il decreto prevede un’opzione “bonus malus” per 221 punti organico. Gli atenei che hanno impiegato gli spazi di manovra dell’anno precedente in una percentuale inferiore al 75% subiscono una decurtazione su quelli del 2019. Le università che riescono ad utilizzare tutti i punti organico dell’anno possono accedere a spazi di manovra in più.
Per quanto riguarda l’Università di Catania, l’ateneo ha ottenuto l’80,03% di indicatore di spesa di personale e ha un indicatore ISEF dello 1,02%. Circa le cessazioni dell’organico in termini di punti durante il 2018, l’ateneo ha ottenuto un punteggio di 61,05. L’ateneo catanese, quindi, a causa dei punteggi ottenuti ha sforato il limite imposto dal MIUR, provocando quindi una riduzione delle assunzioni che graverà sul potenziamento della didattica.