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Fata Morgana nello Stretto di Messina: quando Sicilia e Calabria si baciano sull’acqua

Le leggenda della Fata Morgana nello Stretto di Messina illustra con un po’ di fantasia il fenomeno di rifrazione della luce tra Calabria e Sicilia.

Chiunque si sia mai ritrovato a contemplare il piccolo lembo di mare che separa la Sicilia dalla Calabria non potrà che essere rimasto affascinato dallo spettacolo di acqua e terra, che si fondono per diventare un tutt’uno. Divise l’una dall’altra dai soli tre chilometri dello Stretto di Messina, le due estremità di terra sembrano talvolta così vicine da potersi sfiorare. In alcune particolari giornate di agosto o settembre, quando il sole è alto nel cielo e l’aria limpidissima, si verifica uno strano fenomeno, come se dalla Calabria si potesse balzare con un salto direttamente in Sicilia, e viceversa. Si tratta dell’inganno dell’astuta Fata Morgana, la mitica sorellastra di re Artù, la quale, stabilitasi in quelle acque, si diletta a ingannare i navigatori in quel tratto di mare. La leggenda della Fata Morgana nello Stretto di Messina altro non è, però, che una spiegazione fantasiosa e originale di un normalissimo fenomeno atmosferico tipico di questa zona.

La Fata Morgana in Sicilia: la leggenda dell’inganno nello Stretto di Messina

Il personaggio di Morgana è uno dei più conosciuti della mitologia anglosassone, divenendo emblematico per la sua furbizia e arte dell’inganno. Sorellastra di re Artù, legata a quest’ultimo da un sentimento di odio e amore incestuoso, fu colei che, mossa da pietà per il fratello ferito mortalmente durante la sua ultima battaglia, ne condusse il corpo nella magica terra di Avalon.

Una versione normanna del mito, tuttavia, narra come la destinazione finale di Artù fu, al contrario, il vulcano Etna, luogo in cui il leggendario eroe pensava di saldare Exalibur, spezzata in combattimento. Qui fu trasportato proprio da Morgana, ma, innamoratosi di quella meravigliosa e fertile terra, decise di stabilirvi la sua reggia. Anche l’astuta fata delle acque decise di fissare la sua dimora in Sicilia, edificando un castello di cristallo nelle profondità marine dello Stretto di Messina.

Il desiderio ingannatore di Morgana, tuttavia, fece in modo che anche nella sua nuova dimora trovasse occasione per ammaliare e raggirare. La leggenda narra, infatti, che la fata si dilettasse a beffare gli sfortunati uomini che desideravano giungere in Sicilia dal suo polo opposto. Pare che un giorno a cadere vittima delle trame di Morgana fu anche un re arabo, il quale, giunto al capo estremo della Calabria, fu improvvisamente pervaso dal bisogno pressante di raggiungere la terra magica e incantata che si era manifestata al suo sguardo.

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Mentre ragionava su come raggiungere quel luogo fantastico, in cui un imponente monte sputava fiamme e fumo, gli apparve una splendida donna. Costei, con parole ingannevoli, convinse l’uomo di avere la facoltà di dargli in dono quella terra ricca di meraviglie. Il sole era alto in cielo, l’aria limpida, la Sicilia sembrava proprio a un passo da lui. Il sovrano arabo, persuaso da quella illusoria vicinanza, si gettò in acqua per raggiungere l’altra sponda, ma annegò.

L’inganno della Fata Morgana e il re Ruggero il Normanno

Qualche tempo dopo, alle falde dello Stretto di Messina, giunse un altro sovrano, anche quest’ultimo intenzionato a far sua la bellissima terra di Sicilia. Si trattava di Ruggero il Normanno, desideroso di mettere sotto il suo controllo l’Isola. Di nuovo, quindi, la Fata Morgana si apprestò a tessere il suo inganno, facendo apparire le due estremità talmente vicine da potersi quasi baciare. Intuendo le brame di Ruggero, Morgana finse di voler aiutare l’uomo nella sua impresa, facendo apparire sul pelo dell’acqua un potente vascello e un esercito che avrebbero permesso al sovrano di attraversare lo Stretto e sconfiggere gli oppressori arabi.

Ruggero, il quale era un fervente cattolico, diffidò, tuttavia, di quella promessa pagana e scelse di rifiutare l’aiuto magico della fata. Si allontanò, quindi, da quel luogo, rinviando soltanto il suo progetto di raggiungere l’Isola. L’anno successivo, si trattava del 1061, il sovrano normanno sbarcò in Sicilia con un esercito di millesettecento uomini e liberò la regione dalla dominazione araba.

La Fata Morgana nello Stretto di Messina: un affascinante fenomeno atmosferico

L’affascinante leggenda della Fata Morgana nello Stretto di Messina altro non è, tuttavia, che la maniera fantastica e folcloristica di descrivere un normalissimo fenomeno atmosferico tipico di questa zona. Si tratta, infatti, di un avvenimento di certo stupefacente e bellissimo da ammirare, ma comunque non raro nella fascia di mare tra Calabria e Sicilia.

Contemplando lo spazio da una o l’altra delle due estremità può accadere, in pratica, di essere testimoni di una sorta di complesso miraggio osservabile lungo la linea dell’orizzonte. Il fenomeno è conosciuto, anche all’estero, con il nome di Fata Morgana, per via, appunto, della leggenda tramandata dai Normanni.

Si tratta, comunque, di una reazione atmosferica causata da una variazione della temperatura, che altera la densità e, quindi, la rifrazione della luce. In pratica, quando la temperatura dell’aria vicina al suolo è minore di quella sovrastante, la luce giunge da una direzione diversa rispetto al normale, alterando la visione degli oggetti all’orizzonte. La reazione più consueta è quella che permette di vedere l’immagine sospesa in cielo e capovolta. È in questo momento che Morgana inganna lo spettatore, annullando la distanza e permettendo a Calabria e Sicilia di toccarsi.

A proposito dell'autore

Debora Guglielmino

Classe '94, la passione per l'informazione e il giornalismo mi accompagna sin da quando ero ancora una ragazzina. Studentessa di Scienze della Comunicazione, amo la lettura e le atmosfere patinate ed eleganti tratteggiate nei romanzi della Austen. Appassionata e ambiziosa, sogno di poter un giorno conoscere il mondo e di raccontarlo attraverso una penna e un taccuino.