A Catania ogni angolo racchiude un pezzetto di storia e, spesso, anche il più ignoto e sconosciuto dei reperti può celare un vero tesoro di cultura e identità locale. È questo il caso della Pietra del Malconsiglio, un antico macigno di pietra lavica, misterioso e dall’oscura origine, che per secoli fu dimenticato dai catanesi e le cui tracce furono perse per molto tempo. Oggi si trova al Palazzo degli Elefanti e, nonostante le sue crepe e l’incuria subita, testimonia ancora lo spirito guerriero dei cittadini etnei in una delle rivolte più sanguinose che la Città ricordi.
Quando si pensa ai catanesi, infatti, spesso l’immaginazione non corre subito al coraggio, alla loro voglia di libertà, o al fuoco della ribellione. Si è soliti additare Catania come la città dalle molte dominazioni, crocevia di culture, certo, eppure terra schiava e assoggettata. Esiste, però, un volto segreto di questo popolo, una combattività poco nota, una grinta resistente come il basalto che la riveste in ogni via. E la Pietra del Malconsiglio rappresenta, senza dubbio, un testimone onesto e veritiero di quest’animo combattente.
La Pietra del Malconsiglio: un’origine incerta
Dell’origine di questo antico manufatto si sa davvero molto poco. Tutto ciò che si è riusciti a scoprire, infatti, si deve al particolare materiale di cui è composto il macigno, una pietra lavica particolarmente porosa, che lo farebbe risalire forse all’età repubblicana, intorno al 122-121 a.C. A essere onesti, gli studiosi non sono neanche del tutto certi di cosa si tratti.
Si pensa, a tal proposito, che la Pietra del Malconsiglio possa essere il residuo di un vecchio capitello dorico, ma il suo stile sembrerebbe avvicinarsi più a quello tuscanico, anche se ne rappresenterebbe un caso particolare. Tuttavia, alcuni studiosi riterrebbero più veritiera l’ipotesi che il macigno fosse una sorta di altare in onore di Bacco.
La Pietra del Malconsiglio e la rivolta dei catanesi
La storia di questo particolare manufatto si lega inevitabilmente a uno degli episodi più sanguinosi per la città di Catania: i moti rivoluzionari del 1516. Proprio in quell’anno, infatti, intorno alla Pietra del Malconsiglio si riunirono i ribelli che parteciparono alle rivolte indipendentiste seguite alla morte di Ferdinando il Cattolico.
Era allora succeduto al trono il giovanissimo erede Carlo d’Asburgo, successivamente conosciuto come Carlo V. Il viceré siciliano Ugo Moncada ricevette dal nuovo sovrano ordini di dimissione, ma egli, rifiutandosi di lasciare l’incarico, aizzò una parte dell’aristocrazia dell’Isola, a lui fedele, a scatenare una vera e propria guerra civile.
I nobili che sostenevano Moncada, il Viceré dimissionario, erano convinti di poter ottenere nuovi privilegi se avessero appoggiato la causa, ma c’era anche l’aspettativa di una possibile indipendenza dal regno di Spagna. Tra le città isolane, Catania fu proprio quella più agguerrita e, durante i tre anni di lotta, gli aristocratici aderenti alla causa erano soliti incontrarsi proprio presso la Pietra del Malconsiglio. Si pensa che, al tempo, il macigno fosse posto al “Pian dei Trixini”, un luogo accanto al convento di “San Nicolò dei Trixini” nei pressi degli odierni “Quattro Canti”.
Il tradimento e la fine della rivolta
Il macigno, però, non portò una grande fortuna ai rivoltosi. Il nuovo viceré, nominato da Carlo d’Asburgo, decise, infatti, di inviare a Catania un esercito per sopprimere la rivolta. Traditi da una spia, i cospiratori fedeli di Moncada furono colti durante una delle loro riunioni notturne alla Pietra del Malconsiglio. Le truppe, piombate a sorpresa sui nobili siciliani, diedero inizio a un terribile massacro, facendo una strage.
Ancora macchiata dal sangue degli oppositori, la pietra fu esposta nella pubblica piazza quale eterno monito contro la disobbedienza e chiunque volesse ancora cospirare contro la Corona. Fu proprio in quel momento che la pietra ricevette l’appellativo di “Malconsiglio”, poiché essa non era stata del tutto propizia e, anzi, aveva “mal consigliato” i rivoltosi a incontrarsi proprio in quel luogo e in quella sera.
Abbandono e riscoperta della Pietra del Malconsiglio
Ma la sfortuna di questo antico manufatto non si era certo esaurita così. Dopo il terremoto del 1693, in effetti, essa fu del tutto dimenticata dai cittadini e ne furono perse le tracce per diversi decenni. Ritrovata solo alla fine dell’Ottocento, ormai malconcia e danneggiata, fu riportata nel luogo in cui, presumibilmente, si trovava al tempo della rivolta, Palazzo Paternò Castello di Carcaci ai Quattro Canti.
Incuranti del suo valore storico, nel 2009 fu esposta all’esterno del Castello Ursino, esposta alle intemperie e all’incuria. Oggi, invece, la Pietra del Malconsiglio si trova in un angolo di Palazzo degli Elefanti, dove hanno luogo le riunioni del consiglio comunale e si prendono le decisioni di amministrazione della città. Posta lì da poco più di quattro anni, il Comune etneo non vive oggi una situazione delle più floride. Che la pietra porti realmente sfortuna?