Palio di Ateneo

UNICT – Palio d’ateneo, Filippone: “Momento unico per studenti e docenti”

Foto d'archivio.
Lo sapevate che il Palio d'ateneo ha sostituito la vecchia festa delle matricole? E che all'inizio si svolgeva in concomitanza con l'anno accademico? Daniela Filippone, tra le organizzatrici del Palio, racconta a LiveUnict storia e aneddoti del Palio d'ateneo.
La XVI edizione del Palio d’Ateneo continua: dopo la prima giornata, organizzata ieri presso il lido  “Le Capannine” di Catania, l’evento si sposta presso il centro CUS.
Gli studenti dei 13 dipartimenti dell’ateneo sono più che mai agguerriti e decisi a sconfiggere gli avversari nelle varie competizioni, per aggiudicarsi il titolo di vincitori. Il secondo appuntamento si apre con la tradizionale parata dei dipartimenti, seguita dai consueti saluti istituzionali.
Tra le figure più importanti nell’universo del Palio d’ateneo, è presente anche Daniela Filippone, Responsabile dell’attività universitaria e organizzatrice del Palio. È proprio la dottoressa a ripercorrere ai microfoni di LiveUnict la storia della manifestazione sportiva più celebre dell’Università degli Studi di Catania.

La nascita del palio, una storia iniziata 16 anni fa

“Il primo palio è nato in concomitanza con l’inaugurazione dell’anno accademico, sedici anni fa, quando si pensò di fare una manifestazione goliardica in sostituzione della festa delle matricole, che si faceva veramente tanti anni fa. Visto che i ragazzi partecipavano numerosi e la manifestazione è ben riuscita, si è pensato di continuare a organizzare le edizioni successive.

Negli anni il palio è cresciuto sia da un punto di vista numerico, sia dal punto di vista delle gare, dato che oggi ci sono veramente molte discipline, mentre quando siamo partiti c’erano pochissimi giochi. L’idea è nata, quindi, riprendendo la festa delle matricole, che si svolgeva molti anni fa. Poi, dalla concomitanza con l’inizio dell’anno accademico, che di solito avviene nel mese di ottobre, inserendo nuovi giochi, tra cui quelli in spiaggia, ci siamo resi conto che le condizioni climatiche non si prestavano a una realizzazione ottimale, specie per quelli in mare; per cui abbiamo deciso di farla quasi ad anno accademico terminato, allontandola dall’inizio dell’anno accademico, quando il clima è favorevole a manifestazioni del genere”.

 

 

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Una manifestazione goliardica

“Sicuramente a renderla tale è la competizione. Ad esempio, il fatto che per tantissimi anni, undici anni consecutivi, ha vinto Ingegneria. Quindi si era creata una competizione vera e propria, con gli ingegneri che avevano tutti gli altri dipartimenti contro. Tra le altre cose che ricordo con piacere, poi, c’è la parata, che ogni anno è sempre più colorata, più ricca di fumogeni ed effetti spettacolari. Inoltre, assieme a questa, la voglia di non far finire questo palio. L’anno scorso abbiamo finito tardissimo, con i ragazzi che a sera tardi erano ancora qui a ballare. E poi c’è il simbolo, il CUS, che richiama sempre più studenti a partecipare”.

 

 

Un momento di aggregazione per tutto l’ateneo

“Un momento come questo durante l’anno è unico, tutti i dipartimenti si ritrovano qui. Inoltre, noi abbiamo lasciato da tempo il vecchio ordinamento delle facoltà, per questo sotto un unico dipartimento si ritrovano numerose delle vecchie “facoltà”, che gareggiano insieme, come nel caso di Ingegneria, dove molti dipartimenti gareggiano sotto la stessa bandiera, o come Medicina. Naturalmente, questo costituisce anche un forte momento di aggregazione, di partecipazione goliardica, di divertimento”.

“Quest’anno come novità, proprio per favorire l’aggregazione, abbiamo inserito la gara tra i professori, che gareggiano per il loro dipartimento. Hanno una gara semplice, di corsa, ma che ha lo scopo di fare unire ulteriormente tutto l’ateneo, alunni e professori. Il docente in quel momento è parte della squadra, fa squadra con gli studenti per far sì che il proprio dipartimento possa aggiudicarsi la vittoria”.

Articolo a cura di Marzia Gazzo e Domenico La Magna.