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Dai cartoni animati ai mangaka: a Catania la mostra “School girl – Work in progress”

Inaugurazione della mostra School girl - Work in progress”, art show di Max Ferrigno a cura di Laura Francesca Di Trapani.

Giovedì 26 ottobre, alle 18.30, si inaugurerà nel palazzo storico di Catania “Asmundo di Gisira”, la mostra “School girl – Work in progress”, art show di Max Ferrigno a cura di Laura Francesca Di Trapani.

L’art show sarà visitabile dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00, dal 26 ottobre al 25 novembre 2018. “School girl – work in progress” è l’evoluzione di una ricerca partita un decennio addietro dai cartoni animati anni ’70/’80 e giunta oggi all’analisi della nuova generazione di anime 2000 e all’osservazione dei nuovi mangaka. Oggi l’attenzione è rivolta ai seinen, opere dedicate a un pubblico maschile dai 18 ai 40 anni, incentrandosi nello specifico sul genere school.

Prison school, con la sua trama e i personaggi che si muovono all’interno di questo istituto femminile d’elite di Tokyo, dove vigono regole severe di comportamento, che contempla  il divieto di frequentare maschi fino al giorno in cui si aprono le porte della scuola anche per loro, diviene fonte d’ispirazione per quest’ultima produzione che sceglie di mostrarsi in questa sede in progress, alternando due momenti salienti: quello creativo e l’osservazione dell’opera terminata.

Hana Midorikawa è la figura su cui Ferrigno si sofferma. Icona pop dall’erotismo sublimato e dall’istinto di dominatrice, si muove in un linguaggio pittorico in cui l’autore ci trasmette l’intento di approfondire il concetto di appartenenza a un gruppo nella società giapponese.

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Ferrigno segue perfettamente la cultura otaku e lo fa con un’iconografia che corrisponde alle precise caratteristiche del genere. Il punto centrale non appare la delineazione psicologica, bensì la riconoscibilità iconica del personaggio, la fascinazione all’insegna di un’estetica fluttuante.

L’aspetto metafisico, proprio della nostra cultura occidentale, nonostante l’apparato da cui la pittura di Ferrigno prende corpo, non riesce a essere rimosso. Emerge, riportando quello sguardo contemplativo, quasi estatico dell’osservare un personaggio nelle sue parti anatomiche o nei suoi accessori, come in un fermo immagine su un “luogo” così intellettualmente disgiunto. La narrazione breve è rispettata nel dettaglio che diventa soggetto, nel nuovo studio della fisionomia, tutto all’insegna di un’estetica superflat  dalle immagini levigate e coloratissime.