Catania

Legambiente, a Catania acque inquinate: le 4 aree monitorate

Presentati i risultati dell'analisi compiuta da Legambiente: oltre venti siti balneari sull'isola risulterebbero inquinati.

Si dice spesso che il mare sia una tra le risorse più importanti della Sicilia; eppure, dagli ultimi dati presentati a seguito di relative analisi ambientali, sembra essere anche una tra le più trascurate, in termini di sporcizia ed inquinamento. Dall’abusivismo edilizio, all’accumulo di plastica, per arrivare al “tradizionale” scarico fognario a mare: questi i fattori principali individuati da Legambiente e dai suoi volontari come responsabili del degrado di molte aree marittime e balneari, in taluni casi, sparse per tutta l’isola.

Un fenomeno che va avanti a livelli sempre più sconcertanti, che rischia di compromettere il fascino di gole ed insenature del paesaggio siciliano e di limitarne anche la frequenza a turisti e villeggianti, specie nei caldi mesi della stagione estiva. Nonostante l’impegno e le numerose segnalazioni di cittadini e volontari, anche attraverso il servizio “Sos Goletta”, non sembrano affiorare interventi concreti all’orizzonte e, in molti casi, mancano anche i basilari divieti di balneazione per le aree solitamente frequentate.

Nei giorni scorsi, il report di Legambiente è stato presentato a Catania, con i risultati delle analisi effettuate nei primi giorni di luglio: ne è emerso che le situazioni più problematiche si trovano tra Palermo e provincia, con sette punti su nove classificati come “fortemente inquinati”. Non molto dissimile la situazione per Catania ed il territorio etneo: quattro i punti segnalati e tre di essi in condizioni allarmanti.

Si tratta dell’inizio del lungomare Galatea, presso il borgo marinaro di Aci Trezza, in cui è stato più volte segnalato, nel tempo, un indisciplinato scarico in mare delle acque reflue. Situazione triste e comune anche agli altri due siti fortemente inquinati, ovvero la foce del torrente Macchia, sita in territorio del comune di Mascali e quella del fiume Alcantara, con giurisdizione competente ai comuni di Calatabiano e Giardini Naxos; per quest’ultimo caso, diverse le segnalazioni circa un continuo scarico di acque reflue da parte di vari comuni etnei, confluite sempre più nel noto corso d’acqua.

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Mentre lo sbocco del canale “Forcile”, sito presso la contrada Pontano d’Arci, rientra tra i limiti dell’inquinamneto. Si auspicano prossimi e rapidi interventi non soltanto per il ripristino dell’ecosistema di queste aree ma anche per salvaguardare la salute umana.