Il programma europeo, che dal 2014 si occupa di stanziare fondi volti a tirocini e orientamento, ha interessato fino ad ora un milione e mezzo di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Secondo un bilancio dell’Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive, fornito da un rapporto de Il Sole 24 Ore, gli effettivi partecipanti sarebbero in realtà molti meno: 547 mila, di cui soltanto poco più della metà (226 mila) ha ottenuto un posto di lavoro. Nel 30,5% dei casi si tratta di contratti a tempo indeterminato mentre il 25% è rappresentato da lavori incerti e destinati ad avere vita breve. I più sfortunati (che coincidono con il 41%) devono accontentarsi di semplici apprendistati.
Garanzia Giovani è, in sintesi, divenuta un’effettiva opportunità solo per il 17,5% dei registrati, quasi un iscritto su cinque.
Questo Piano Europeo, inoltre, non registra dati omogenei in tutto il territorio italiano. La Sicilia, infatti, ha ottenuto risultati più deludenti rispetto a regioni del nord della Penisola, quali Valle d’Aosta, Liguria o Piemonte: un positivo 4,3% contro il 25,4% della media nazionale. In una terra tristemente nota per il consistente numero di giovani disoccupati, è stato garantito un impiego a circa 8 mila persone: un dato preoccupante se si considera che circa 186mila siciliani hanno manifestato la volontà di partecipare all’iniziativa.
Molti interessati rinunciano ben presto a Garanzia Giovani per via dell’organizzazione imperfetta, la bassa remunerazione o i ritardi dei pagamenti: problemi che caratterizzano, anche in questo caso, la regione Sicilia ma che non possono essere irrisolvibili.