Sulla morte di Ornella Condorelli, la studentessa 24enne di medicina scomparsa nell’estate 2016 a causa delle ferite riportate durante un incidente stradale che la vide suo malgrado coinvolta, gravitano ancora molti punti di domanda a cui è difficile dare una risposta.
Quella della settimana scorsa doveva essere l’udienza con le repliche del pubblico ministero e delle parti civili, dopo le quali sarebbe stata pronunciata la sentenza, ma il pronunciamento finale del giudice è stato rimandato a causa degli interrogativi irrisolti.
Il caso. Un giovane di Biancavilla è imputato per l’omicidio stradale che ha portato alla morte di Ornella Condorelli, incidente avvenuto sull’A18 Catania-Messina nell’estate di due anni fa. Il pm aveva chiesto per lui 6 anni di carcere, contemplando l’aggravante di guida in stato di ebbrezza e lo sconto di un terzo per il rito speciale.
I dubbi del giudice. I punti da chiarire per quello che a Catania è il primo caso in cui si applica la nuova legge di omicidio stradale sono quattro e alla base di tutti c’è la necessità di scoprire cosa abbia portato alla morte di Ornella: la velocità dell’auto guidata dal conducente che ha tamponato il veicolo a bordo del quale si trovava Ornella; la ricostruzione dinamica della fuoriuscita dall’abitacolo della studentessa e la nascita del trauma cranico; il riconoscimento della causa che l’ha portata alla morte (avvenuta in ospedale, dopo alcuni giorni di agonia); la ricostruzione dei fatti in relazione alle posizioni degli altri occupanti delle due auto.
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Per questa ragione, il giudice Giovanni Cariolo ha nominato due periti: il medico legale Cataldo Raffino e l’ing. Grazia La Cava. Gli interrogativi irrisolti non sono senza importanza, si tratta infatti di scoprire se il decesso sia stato generato dal trauma cranico (avvenuto a seguito della fuoriuscita dal veicolo, sul quale Ornella viaggiava come passeggero) o da trauma toracico (verificatosi in coincidenza del tamponamento).