Al Monastero dei Benedettini, in occasione del IV colloquio di ricerca del Dipartimento di scienze umanistiche, si è tenuta la conferenza a tema: “Presente e futuro della conoscenza”.
Presente il prof. Gaetano Manfredi, presidente della Conferenza dei rettori e rettore dell’ateneo Federico II di Napoli, che in un intervento ha affermato la necessità per le università italiane di garantire una formazione di base ma allo stesso tempo il bisogno di trovare una flessibilità per stare dietro all’innovazione ed ai cambiamenti della società. L’Italia, ha proseguito il docente, “ha la fortuna di poter fornire una formazione di base che gli altri paesi non forniscono, ed è per questo che dobbiamo continuare a offrire agli studenti efficaci strumenti cognitivi di base. Ma al tempo stesso, dobbiamo creare dei percorsi flessibili, aggiornando di anno in anno i programmi, per aiutare i laureati ad orientarsi in un mondo del lavoro in continuo cambiamento”. Manfredi favorisce dunque anche l’uso dei nuovi strumenti tecnologici per favorire il rapporto studente docente e rendere l’apprendimento più rapido ed interattivo.
Il colloquio di ricerca svoltosi al Dipartimento di Scienze Umanistiche, promosso dai docenti del dipartimento e giunto alla sua IV edizione, si prefigge appunto lo scopo di ragionare sul ruolo degli studi umanistici nella società contemporanea, e quest’anno ha visto trattare tematiche importanti come la mediazione culturale verso i migranti, la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e la declinazione dei saperi umanistici nell’era del digitale.
Il rettore Francesco Basile è anche lui intervenuto al colloquio, evidenziando come in Italia vi sia un esubero di laureati in discipline umanistiche, settore che fatica a trovare sbocchi occupazionali, a fronte di un numero complessivo di laureati inferiore rispetto alla media dei paesi Ocse. Il Rettore chiede quindi un impegno “a puntare sulla qualità della didattica, anche attraverso l’aggiornamento dei docenti, e sull’apertura internazionale dell’ateneo”.
Anche il prof. Giacomo Pignataro è intervenuto alla tavola rotonda in qualità di moderatore, giudicando fondamentale la necessità di porsi degli interrogativi “sulla validità degli attuali modelli educativi, rispetto ai quali però gli studi umanistici possono ancora una volta a fornire quegli strumenti critici utili per orientarsi nel rapporto con le tecnologie e a filtrare l’enorme quantità d’informazioni che oggi abbiamo a disposizione”.
In un mondo ormai totalmente tecnocratico, un’istituzione solida come l’Università non è esclusa da probabili crolli causati dal non trovarsi al passo con i tempi, ed è quindi necessario guardare il sistema universitario con apertura, freschezza e voglia di esplorare più e meglio nuovi orizzonti.