La denuncia arriva dall’Unione degli Studenti che nei giorni scorsi ha evidenziato i vari punti di criticità del percorso reso obbligatorio dalla “Buona Scuola”.
L’alternanza scuola-lavoro, il percorso reso obbligatorio dalla Legge 107, ovvero dalla cosiddetta “Buona Scuola”, non paga. Anzi costa, eccome se costa: sino a 400 euro per alcuni studenti. Dicono questo i dati raccolti da un’inchiesta fatta dall’Unione degli studenti su un campione di quindicimila ragazzi frequentanti le terze e le quarte classi dei licei e degli istituti tecnici e professionali.
Il sondaggio ha evidenziato le molte criticità del percorso tra cui troviamo diritti violati, attività non coerenti al proprio piano di studi e soprattutto costi. Sardegna e Molise ad esempio non avendo un tessuto produttivo sul territorio in grado di sopperire alla mole di studenti, sono state costrette a far spostare gli alunni in luoghi non vicini alla residenza arrivando a far spendere loro cifre come 300-400 euro.
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Soldi che gli studenti (o comunque le relative famiglie) sono costretti a mettere di tasca propria, dato che l’alternanza non è una possibilità, ma un obbligo.
Non solo il problema relativo ai costi però. La FIPE, ovvero la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha sollevato la questione relativa al fatto che i ragazzi minorenni non possono usare macchinari e coltelli, servire alcolici, e lavorare dopo le ventidue.
Insomma, non pochi problemi quelli causati dall’alternanza scuola-lavoro: in primis alle tasche degli studenti ed in secundis alle aziende che risultano limitate in determinate situazioni.