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Alternanza scuola-lavoro: soddisfatto solo il 37%: cosa chiedono i giovani

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Con la fine dello stato di emergenza dovrebbe divenire piĆ¹ semplice attuare PCTO, Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento prima noti come "Alternanza scuola-lavoro". Ma come sono stati quelli vissuti negli ultimi due anni e cosa occorre migliorare? Le risposte degli studenti.

Recentemente, ed anche per via di alcuni fatti di cronaca, ĆØ tornato ad essere centrale il tema dellā€™Alternanza scuola-lavoro, a cui attualmente ci si riferisce con la formula “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”.

Prima la pandemia da Coronavirus aveva parzialmente ma inevitabilmente fatto calare il silenzio su questa particolare modalitĆ  didattica, che mira a consolidare le conoscenze acquisite a scuola per mezzo di un’esperienza pratica. In effetti le numerose restrizioni susseguitesi nel corso dei mesi, e volte a ridurre il piĆ¹ possibile i contagi, hanno costretto numerosi giovani a rinunciare a un PCTO. ƈ quanto emerge da un nuovo monitoraggio condotto poco prima della fine dello stato di emergenza dal portale Skuola.net, su un campione di 2.500 studenti dellā€™ultimo triennio delle superiori. I dati resi pubblici aiutano a chiarire anche cosa un partecipante davvero si aspetta da questo genere di attivitĆ .

PCTO: cosa prevede?

I Percorsi per le competenze trasversali e per lā€™orientamento risultano essere obbligatori per chiunque frequenti gli ultimi tre anni delle scuole secondarie di secondo grado. Quanto stabilito per iscritto, tuttavia, non trova pieno riscontro nei dati recentemente diffusi. Di fatto, secondo quanto indicato da Skuola.net, soltanto il 63% degli intervistati ha potuto seguire un progetto di Alternanza.

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Tra gli obiettivi dellā€™ex Alternanza scuola-lavoro, poi, spicca quello di avvicinare i giovani al mondo del lavoro. Ma come? ƈ prevista, oltre che un periodo di formazione teorica in classe, unā€™esperienza pratica presso, per esempio, unā€™azienda, un ente culturale o un centro di ricerca.

Eppure piĆ¹ della metĆ  dei giovani coinvolti nel monitoraggio, piĆ¹ di preciso il 56%, ha dichiarato di aver esclusivamente preso parte a dei corsi teorico pratici. PiĆ¹ fortunato poco piĆ¹ di un quarto dei 2.500 (il 27%) che ha sperimentato un poā€™ di pratica aziendale, insieme ad alcune simulazioni.

SƬ allo svolgimento in presenza

La normativa vigente impone una durata del PCTO differente a seconda del genere di istituto che si frequenta. PiĆ¹ in particolare:

  • una durata minima triennale di 210 ore negli istituti professionali;
  • una durata minima triennale di 150 ore negli istituti tecnici;
  • una durata minima triennale di 90 ore nei licei.

Dopo lo scoppio della pandemia, per raggiungere il monte ore prefissato, in molti casi sono stati introdotti dei surrogati di esperienza. Nel 22% dei casi lā€™alternanza ĆØ stata persino totalmente svolta in smart working.

Se le lezioni da remoto continuano a dividere gli studenti, quelli intervistati sarebbero concordi nel credere che i PCTO siano piĆ¹ interessati se svolti in presenza. Da cosa si comprende?

Considerando il totale degli intervistati, emerge che appena il 37% ha manifestato un giudizio positivo nei confronti del percorso svolto negli ultimi due anni. Ma i numeri cambiano notevolmente se si restringe il campo e si interroga quel gruppo ristretto, corrispondente al 20% del totale, che ha preso parte a progetti di alternanza esclusivamente nell’ambito di realtĆ  lavorative pubbliche e private. In questo caso il ben 66% si dichiara soddisfatta dellā€™esperienza fatta.

Sentirsi utili

Non basta, tuttavia, lā€™accesso in azienda. Gli alternanti desidererebbero sentirsi utili apprendendo al meglio, attraverso spiegazioni di carattere teorico-pratico, e portando a termine le mansioni principali previste dalle realtĆ  che li accolgono. In effetti il 67% di chi ha avuto tale possibilitĆ , alla fine dellā€™esperienza, ha portato con sĆ© un ricordo positivo.

E se questa percentuale non basta a chiarire a quanto davvero ambiscano i ragazzi, si aggiunga che risulta:

  • soddisfatto del PCTO soltanto il 18% dei giovani che ha ottenuto soltanto unā€™infarinatura teorica;
  • contento appena il 9% di chi ha ĆØ stato incaricato di compiti marginali;
  • appagato il 6% di chi si ĆØ limitato a guardare quando compiuto da altri.

Il tutor: sempre presente?

La Legge 30 dicembre 2018 n. 145, la stessa che ha cambiato la denominazione “Alternanza Scuola Lavoro” in “Percorsi per le competenze trasversali e per lā€™orientamento”, ha confermato la funzione tutoriale. Il tutor esterno (o aziendale) dovrebbe, tra il resto, favorire lā€™inserimento degli studenti nel contesto operativo e garantire tutte le informazioni circa gli specifici rischi aziendali, oltre che organizzare le attivitĆ  in base al progetto formativo.

Sebbene questa figura dovrebbe essere garantita a tutti gli studenti partecipanti, Skuola.net indica che soltanto il 45% degli intervistati ĆØ stato costantemente seguito. Il 25%, poi, ha avuto a che fare con un tutor aziendale solo in parte mentre il restante 30% dichiara di non averlo mai visto.

Eppure ancora a fine marzo, nel corso di un intervento in commissione Lavoro al Senato, il Ministro dellā€™Istruzione Patrizio Bianchi aveva trattato dei PCTO definendole ā€œesperienze Ā che devono sempre essere vigilate da un tutor, ma soprattutto sempre piĆ¹ inserite in un progetto didatticoā€.

Ad ogni modo, agli occhi degli studenti, il tutor rappresenterebbe uno degli ingredienti fondamentali per la ā€œricettaā€ di un PCTO di successo. In effetti, tra chi ha un parare positivo, quasi 6 su 10 sono studenti che hanno incontrato un tutor sempre attento e disponibile nel corso dellā€™intera permanenza nel luogo di lavoro.

Un luogo di lavoro che i piĆ¹ desiderano varcare non prima di aver ottenuto unā€™adeguata formazione. Confortanti, almeno in questo caso, risultano i dati: il 72% dei coinvolti nel sondaggio ha dichiarato di esser stato preparato alle mansioni pratiche in maniera soddisfacente.

Sicurezza come prioritĆ 

Questo 2022 si ĆØ aperto con la notizia della morte di Lorenzo Parelli, 18enne schiacciato da una trave dā€™acciaio e deceduto in fabbrica a Lanuzacco (in provincia di Udine), dove stava svolgendo un periodo di apprendistato.

In seguito a questa morte, accompagnata da quella altrettanto tragica di Giuseppe Lenoci, numerosissimi studenti hanno occupato le principali piazze dā€™Italia per protestare contro le modalitĆ  con cui vengono svolti alcuni stage, chiedere lā€™abolizione dei PCTO, ottenere maggiori tutele.

Per i piĆ¹ giovani, dunque, la sicurezza risulta essere una prioritĆ . Ma questa ĆØ recentemente stata garantita a chiunque abbia svolto questo genere di percorsi? Secondo il monitoraggio di Skuola.net, lā€™80% di chi ha svolto attivitĆ  pratiche ha dichiarato di sentirsi costantemente al sicuro. Il restante 20%, perĆ², ha confessato di essersi trovato in situazioni in cui ha temuto di essere in pericolo.

AttivitĆ  che rispondano agli interessi

I giovani, infine, non mirerebbero a spendere il proprio tempo in attivitĆ  per loro poco interessanti o stimolanti, o non funzionali per il futuro, ma desidererebbero partecipare ad esperienze di Alternanza che rispondano alle proprie passioni ed ambizioni.

Non a caso quasi la totalitĆ  di chi si dichiara soddisfatto del PCTO, ben 9 giovani su 10, ha riscontrato tale coerenza tra questo, studi ed interessi.

PCTO da abolire?

A inizio febbraio, nel corso di un intervento a Radio 24, il Ministro Patrizio Bianchi aveva ribadito come lā€™alternanza scuola-lavoro risalente alla Legge 107 del 2015, dunque ā€œconcepita ormai da quasi 10 anni” fosse ormai superata.

Secondo quanto dichiarato da Daniele Grassucci, Direttore di Skuola.net, “l’ex Alternanza scuola lavoro, ora PCTO, non va abolita, perchĆ© esistono esperienze in questo ambito che lasciano gli studenti molto soddisfattiā€.

Partire da una constatazione spiacevole e attuare una critica costruttiva puĆ² risultare utile al fine di ottenere migliori realtĆ : con tale spirito Grassucci ha ribadito che “non sempre i progetti PCTO sono fatti ā€˜a misura di studente'” e che oggi “solo uno su tre giudica positivamente le attivitĆ  che gli sono state proposte negli ultimi due anni scolastici”.

A proposito dell'autore

Marzia Gazzo

Marzia Gazzo nasce a Catania il 6 giugno 1998. Laureata in Lettere Moderne, collabora con la testata LiveUnict da maggio 2018. Da dicembre 2020 ĆØ coordinatrice della redazione. Ama leggere belle parole, ascoltare voci, raccontare storie.