Eurostat conferma che l’Italia si affianca a Grecia, Spagna e Portogallo per il salario garantito ai lavoratori laureati. Nel 2014 la media europea dei laureati con un impiego era l’80% contro il 52,9% del Belpaese.
Alcuni mesi fa il Ministero dello Sviluppo Economico aveva realizzato una campagna per promuovere gli investimenti stranieri in Italia; lo slogan “Un ingegnere in Italia guadagna in media 38.500 euro all’anno contro i 48.500 che si incassano nel resto d’Europa” aveva sollevato indignazione e perplessità di non pochi lavoratori precari e dei loro rappresentanti.
Sempre quest’anno i dati Eurostat hanno comprovato che purtroppo gli italiani sono tra gli ultimi in classifica per i bassi salari. Lo sconforto è maggiore se si guarda alla formazione degli impiegati: solo il 30,5% dei diplomati è occupato a tre anni dal diploma e non va meglio ai laureati di primo livello, solo il 52,9% ha un impiego entro i tre anni dalla laurea. Indubbiamente chi è in possesso di una laurea magistrale o di un master ha più chances e si possono sfiorare i 60.000 euro lordi annui, da cui calcolare le detrazioni al netto.
In compenso le pensioni sono cresciute: 16,2 milioni di pensionati italiani hanno ricevuto 283 euro in più al mese. Sono dunque chiari i motivi che spingono ben il 67% dei giovani tra i 18 e i 34 anni a restare a vivere con i genitori (la fonte è sempre Eurostat) non potendosi garantire tutte le spese di mantenimento.
Dai dati Eurostat sappiamo anche che in Italia vi è la maggiore presenza di poveri in Europa: nel 2015 erano quasi 7 milioni, il doppio della Germania e tre volte la Francia. Alcuni giornali di taglio economico non hanno esitato a corroborare la tesi per cui un giovane su tre è a rischio povertà.