Si terrà a Catania l’appuntamento “Uomini e cose. La grazia e l’invenzione” al quale prenderà parte la scrittrice Elvira Seminara.
Al centro dell’incontro l’Atlante degli abiti smessi (Einaudi) e la bellezza del creare e ri-creare a partire dalle cose piccole, smesse. L’autrice dell’Atlante dialogherà con Pippo Raniolo sulle suggestioni del suo libro-elenco, presso il Palazzo della Cultura (via Vittorio Emanuele 121), alle ore 17.00 del 29 novembre.
Elvira Seminara, scrittrice – pop artist – cantascorie, come ama definirsi, condurrà i lettori all’interno di uno spazio narrativo in cui la grazia dell’invenzione passerà attraverso gli orli degli abiti custoditi all’interno dell’armadio di una madre, Eleonora, e della lunga lettera-elenco, destinata alla figlia Corinne. Il suo romanzo, infatti, si pone come un viaggio all’interno del mondo intimo e personale di ciascun uomo, di cui l’armadio sembra esserne l’emblema, ma anche all’interno dello sperimentalismo letterario di matrice oulipiana e tipico della scrittrice.
Elvira Seminara con il suo nuovo romanzo torna, infatti, a sperimentare nuovi linguaggi e nuove forme strutturali misurandosi con le produzioni letterarie contemporanee e rispondendo a queste con uno dei valori che, come dichiarato da lei, aggiungerebbe a quelli delle Lezioni Americane di Calvino: l’Oltranza.
«Ai valori (pienamente attuali) proposti da Calvino, incluso quello della “consistenza” su cui non fece in tempo a scrivere la lezione, io aggiungerei, come obiettivo auspicabile, l’Oltranza. Cioè l’arditezza e l’invenzione nella lingua e nella forma-romanzo. È ciò che soprattutto manca oggi nel romanzo italiano, caratterizzato in massima parte da una lingua omologata e standard, poverissima a livello lessicale e banalissima su quello strutturale, una lingua sostanzialmente modellata su quella televisiva di basso intrattenimento. Il tutto dovuto non solo ai suoi autori, ma anche all’ossessione del mercato che ormai attanaglia gran parte dei nostri editori (…)».
Ed è l’Oltranza ad attraversare le sue pagine fatte di elenchi, allontanando da questi l’aridità tipica del catalogo e affidandovi la bellezza della narrazione. Ogni abito del suo elenco vive, si plasma su chi lo indossa e ne racconta la storia. Sarà l’arte del creare in letteratura e nella vita di ogni giorno, anche salvando gli oggetti che sembrano perder vita all’interno della quotidianità, a fare dell’invenzione letteraria della Seminara un’invenzione per la vita, perché nelle sue pagine scorre quella che è la nuova “vita istruzioni per l’uso”.