Davide D’Aiello, runner siciliano, in attesa della sua partecipazione alla Lavaredo Ultra Trail ci incontra per parlarci del suo sport e, soprattutto, del connubio tra questo e la natura.
Verrà disputata il prossimo giugno la decima edizione della The North Face Lavaredo Ultra Trail. Alla competizione, insieme al runner D’Aiello, parteciperanno corridori, amatoriali e professionisti provenienti da tutto il mondo, che in 30 ore di tempo dovranno raggiungere Cortina passando per i luoghi incantevoli delle Dolomiti.
Correre non è solo uno sport, ma soprattutto una passione e quando questa si sposa con la natura non può che diventare un piacere per l’atleta, Davide è l’esempio di chi della sua vita ha fatto una “corsa” tra il lavoro e la passione per lo sport, senza mai venir meno a nessuna delle due.
- Quando è nata la tua passione per il Trail Running?
«Pratico Trail Running da circa 10 anni, inizialmente per gioco solo per stare a contatto con la natura, ma col passar del tempo mi sono reso conto che questo mio “gioco” era diventato una passione. Passione che si è trasformata quasi subito in agonismo, dapprima tesserato col Gruppo Sportivo Polizia di Stato di Palermo per poi accasarmi con la mia seconda famiglia Etna Trail, società che ha permesso il mio continuo miglioramento sino ad arrivare al BERGTeam, società d’élite in Italia per quanto riguarda il Trail».
- Quali emozioni provi durante la corsa? E, secondo te, quanto influisce l’ambiente naturale durante le ore di allenamento o di gara?
«Durante la corsa riesco a staccare la spina, riesco a non pensare a niente, riesco a godermi il paesaggio e riesco soprattutto a divertirmi. Per me questo tipo di agonismo è semplice e puro divertimento. Correre per parecchie ore immerso nella natura, come detto prima, non mi fa pensare a niente, abituato a vivere in pieno centro città dove ogni rumore viene amplificato e trovarsi invece nel silenzio più totale dove l’unico “rumore” che senti è il battito del tuo cuore e tutto quello che offre la natura è qualcosa di unico».
- Come ti stai preparando “Lavaredo Ultra Trail” del circuito “Ultra Trail World Tour”?
«Per la seconda volta mi troverò a correre il prossimo 25 giugno sulle Dolomiti in una gara inserita nel circuito “Ultra Trail World Tour”, il potersi confrontare con atleti che provengono da tutto il mondo è il massimo per chi pratica questo sport. Dopo l’esperienza dello scorso anno, dove era più la paura nell’affrontare questa gara devo ammettere che quest’anno mi presenterò a Cortina con qualche stimolo in più. Un intero anno a preparare questa gara seguendo i programmi del mio allenatore Enrico Pafumi il quale mi ha permesso di fare dei veri e propri passi da gigante e che mi ha messo nelle condizioni di correre su lunghe distanze abbassando notevolmente i miei tempi».
- In che modo concili il tuo lavoro con l’attività sportiva?
«Far conciliare il mio lavoro con l’attività sportiva non è semplice. Considerando che i miei allenamenti in media durano 2/3 ore al giorno. Spesso sono “costretto” ad alzarmi la mattina quando è ancora buio, salire in montagna con temperature bassissime e una volta ultimato l’allenamento tornare a casa e iniziare a lavorare. Posso assicurarti che è un enorme sacrificio, ma allo stesso tempo è la mia passione».
- Quali sono i progetti per il tuo futuro?
«Nell’imminente voglio completare il calendario gare che mi sono programmato ad inizio stagione, per il prossimo anno vorrei invece provare l’Ultra Trail del Monte Bianco».