Negli ultimi periodi sempre più si accusa la religione musulmana per dare una causa a quello che sta succedendo nel mondo, eppure la follia umana non può essere giustificata pronunciando il nome di nessun Dio. Subito dopo gli attentati di Parigi in molti non hanno perso tempo ad additare la fede islamica e, addirittura, su un noto giornale italiano è apparso un titolo molto spiacevole e privo di qualsiasi etica morale. I ragazzi musulmani di fronte a tutto questo sono scesi in piazza per far comprendere che in loro non c’è nulla di diverso. Chi si è bendato e ha chiesto un abbraccio, chi ha affermato la propria fede dissociandosi dalle parole degli attentatori perché il loro Dio non chiede nessun tipo di violenza e chi è rimasto in silenzio chiudendosi nella propria fede. Noi abbiamo provato a farci spiegare da un giovane ragazzo che vive a Parigi, Bilal Hussain, cosa significa essere musulmano oggi.
- Dove ti trovavi la sera in cui ci sono stati gli attentati?
Ero appena arrivato a Châtelet perché dovevo uscire con alcuni amici. Doveva essere una serata “normale”, di quelle che si organizzano nel week-end, eppure qualcosa non ha permesso che fosse così…
- Cosa avete fatto non appena avete saputo la notizia di quello che stava succedendo?
È stato il caos. Io ero scioccato per quello che stava succedendo, le mie amiche si sono iniziate a preoccupare. Improvvisamente le strade sono state riempite da numerose volanti della polizia che sfrecciavano ovunque e il panico tra le persone aumentava sempre più. Per fortuna avevo un mezzo con cui spostarci, così ho deciso di portare i miei amici a casa di una ragazza che era con noi.
- Cosa provi quando senti che certe parole utilizzate per “definire” la tua fede riecheggiano come bestemmie?
È vero, verso noi musulmani vengono puntate molte dita contro. Però credo che siano di più le persone che non ci giudicano per la nostra religione. In molti ci rispettano, ci vogliono bene e ci amano. Provo un profondo dispiacere quando qualcuno ci accusa di qualcosa di cui non siamo responsabili. Per questo riesco a trarre forza, nonostante tutto, da chi ci aiuta dandoci coraggio e difendendoci. La nostra religione viene giudicata con troppa facilità, per questo invito a leggere il Corano prima di esprimere qualsiasi commento. In molti mi chiedono perché la donna porta il velo o il burqa e ancora perché non possiamo mangiare carne di maiale e bere alcolici. Ecco, la donna è coperta così che nessuno può fissarla e l’alcol perché fa perdere il controllo. Così quando mi vengono poste alcune domande provo anche rabbia, ma poi cerco di capire dove sta il loro errore, anche se poi ci sono sempre le persone ignoranti che non si rendono conto di ciò che dicono, ma a questo non si può porre rimedio così facilmente!
- Ci spieghi perché l’Isis non ha nulla in comune con il credo musulmano?
La mia religione non mi ha mai insegnato nulla di tutto ciò che sta accadendo. Sono pakistano e un grandissimo Imam dice “non odiate una persona che fa un’azione negativa, ma odiate l’azione. Non uccidete, ma perdonate e amate”. L’Islam dice di non uccidere persone innocenti di qualsiasi religione o razza. Bianchi o neri. Credo che sia necessario che si capisca che questa non è una guerra tra religioni, per adesso la maggior parte delle vittime sono stati dei musulmani. Per questo vorrei far capire che tutti meritano una chance e che non ha senso accusare gli emigrati. Lasciateci dimostrare a chi ci accusa che si sbagliano.