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La tecnologia come il fumo e l’alcol: arrivano le etichette preventive

italiani-e-tecnologia-e1435833971770Etichette preventive su tablet e smartphone. Ecco l’idea di alcuni ricercatori della Bournemourh University per combattere la dipendenza digitale.

Tecnologia: questa parola viene pronunciata quotidianamente da tutti noi in maniera costante, spesso e volentieri probabilmente non ci accorgiamo nemmeno dell’uso spropositato che facciamo di questo termine. Il grosso apporto che la tecnologia ha sulla nostra quotidianità è sempre meno visto in maniera positiva: diciamo infatti che, per molti aspetti, possiamo considerarci dipendenti da essa. Provate a guardarvi intorno: nella maggior parte dei casi, vedrete volti di persone chini su uno schermo illuminato, che magari si informano su quello che sta succedendo nelle vite degli altri scordandosi però di vivere la propria. Non è forse dipendenza questa?

Proprio per questo motivo, alcuni ricercatori della Bournemouth University hanno avanzato la proposta di porre su smartphone e tablet delle etichette preventive come quelle che si trovano sui pacchi delle sigarette, tentando in qualche modo di avvertire che, in grosse quantità, questi oggetti possono causare una vera e propria “dipendenza digitale”.

I sintomi che si possono ricondurre a questa patologia non sono infatti dissimili da quelli provocati da fumo e alcool che, si sa, alla lunga possono avere conseguenze molto serie sullo stato psico-fisico della persona che ne abusa. Di conseguenza, ecco il potenziale piano delle etichette che, a quanto pare, avrebbe riscontrato parere favorevole anche da parte degli intervistati dagli stessi ricercatori. Raian Ali, Nan Jiang, Keith Phalph, Sarah Muir e John McAlaney, questi i nomi degli ideatori del progetto, stanno inoltre pensando a un modo interattivo per rendere queste etichette più digitali possibili: per esempio, cambiamenti del colore dello schermo o invio di segnali acustici nel momento in cui l’uso del congegno in questione diventi eccessivo.

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Che questo sia davvero il cambiamento che ci vuole nel mondo del digitale? Siamo davvero diventati così dipendenti da un “black mirror”, uno schermo nero? Purtroppo, a quanto pare, la situazione non è delle migliori. L’importante, però, è riuscire a trovare una via di mezzo avvalendosi dei nuovi mezzi che ci sono forniti senza però esagerare e, soprattutto, confonderle ciò che ci proiettano con la realtà, ben lontana da quello che appare su uno schermo!

 

A proposito dell'autore

Elide Barbanti

Nata a Prato il 27 Giugno del 1993, trascorre l'infanzia e l'adolescenza tra scaffali di libri e biblioteche e sviluppando un vivo interesse per la scrittura, specialmente quella giornalistica. Nel 2012, si trasferisce in Sicilia immatricolandosi al CdL di Lingue e Culture Europee, Euroamericane e Orientali presso la Facoltà di Scienze Umanistiche a Catania. L'anno successivo, decide di reimmatricolarsi presso la S.D.S di Lingue e Letterature Straniere a Ragusa al CdL di Mediazione Linguistica e Interculturale, dove attualmente studia lingue orientali.