“Anquetil riusciva a conferire alla bicicletta le virtù dell’aria”, queste parole sono l’elogio del giornalista Bruno Raschi per il ciclista francese Anquetil, eppure, ognuno di noi potrebbe esserne il destinatario.
Sono, infatti, le “virtù dell’aria” e della bicicletta ad aver dato ispirazione a Giuseppe Cinquerrui per il progetto “Just biking to dream – Basta muoversi in bici per sognare ad occhi aperti”.
Il suo “sogno in bicicletta” nasce a Palermo, nel tragitto che per tre anni ha percorso per arrivare nella sua facoltà, ma è un sogno destinato a uscire fuori dal capoluogo siciliano e dalla Sicilia.
La sua iniziativa, alimentata semplicemente dall’entusiasmo e dalla creatività, ha ricevuto il patrocinio dell’Università di Palermo e la stima del Magnifico Rettore Roberto Lagalla, il sostegno di Emilio Lombardo (produttore di biciclette) e l’appoggio di Fabio Panasci, Francesco Miceli e di tutti i colleghi che lo hanno sostenuto in questa “uscita in bici”.
Sono pochi i mezzi usati da Giuseppe per realizzare il video destinato a sensibilizzare i cittadini a ridurre l’uso dei mezzi di trasporto a favore, dunque, della bicicletta e lui stesso racconta a LiveUnict quando è nata la sua idea e i mezzi impiegati per realizzarla.
1. Quando hai iniziato a pensare alla realizzazione di questo progetto?
«Questo progetto iniziò a venirmi in mente ogni volta che uscivo in bici a Palermo. Mi sentivo ricco nel portarla, privilegiato nel fare molte più cose rispetto a chi si sposta in auto o con la moto. Vedendo poi lo scandalo del traffico e del numero impressionante di macchine che abbiamo in Sicilia ho sentito quasi l’obbligo di sensibilizzare i cittadini a cambiare abitudini. Non ci possiamo permettere questi stili di vita, ci deve essere più consapevolezza e chi si sposta in bici credo che ne abbia un bel po’. Era il 14 marzo dello scorso anno quando stanco di essere tra i pochissimi che, in una città come Palermo, usavano la bici quotidianamente per andare all’università, mi venne l’idea di sensibilizzare tutti i miei colleghi a fare altrettanto».
2. Scegliere una bicicletta quali vantaggi apporta ai cittadini?
«È inconcepibile una società dove le persone escono di casa in macchina per andare a fare cyclette in palestra. C’è troppa necessità di rieducare le persone a fare economia, salute e benessere collettivo. Credo molto nella bici, ci vedo molto più che due semplici ruote. Andare in bici ogni giorno migliora la salute, tonifica i muscoli, è un mezzo più veloce per spostarsi e meno faticoso che camminare. La bici dà la sensazione di volare, ti mostra lo spazio che ti circonda in modo diverso dal solito. Inoltre, evita il traffico, i rumori, la benzina e tutte le altre spese inevitabili per chi si sposta in macchina».
3. Hai contattato molte aziende d’Europa produttrici di biciclette. Si sono mostrate interessate al tuo progetto?
«Le fabbriche di biciclette si sono mostrate molto interessate al progetto dando la loro adesione, tra le quali la Bianchi e la Campagnolo, ma la mia scelta è ricaduta sulla Lombardo. Si tratta di una scelta maturata sull’idea di dare visibilità a un’azienda siciliana. La Lombardo bikes è una delle migliori aziende italiane del settore e la sua mission sembra proprio rispecchiare l’idea del mio progetto».
4. È stato difficile realizzare il video con pochi strumenti?
«Per la realizzazione mi ha aiutato Fabio Panasci con la sua Canon 7D, per ottenere delle scene di qualità era necessario utilizzare uno strumento diverso da un semplice cellulare. È stato importante anche il lavoro di Francesco Miceli che si è occupato della post-produzione».
5. Adesso sei in Spagna, ma non hai abbandonato la bicicletta. In uno dei tuoi ultimi video ti vediamo cantare mentre “sogni in bicicletta” per le strade di Valencia, portando un po’ del calore siciliano in un’altra nazione. Hai notato una grande differenza tra la nostra realtà quotidiana e quella spagnola?
«A Valencia ho notato una differenza notevole non solo con la Sicilia, ma anche con Milano. Si tratta di realtà molto diverse in quanto la stessa città lombarda ha un sistema di bicycle sharing ancora poco sviluppato, infatti vi sono solo 83 stazioni in tutta la città, mentre a Valencia, città molto più piccola di Milano, ci sono ben 275 stazioni! Si tratta di un sistema di scambio di biciclette che ti permette di prendere la bici da una parte della città e di lasciarla ovunque e il costo è di soli 29 euro annui. Parlando dell’estero non posso parlare della Spagna in toto perché la mia esperienza è incentrata soprattutto sulla città di Valencia; trattandosi della terza città più grande della Spagna diventa però un metro di misura importante. Mentre svolgevo il tirocinio ho approfondito le mie conoscenze sul mercato delle bici scoprendo che, a Londra, la Microsoft ha fatto un investimento di milioni di euro per realizzare piste ciclabili che colleghino i centri più grandi con gli uffici, tutto questo per permettere ai dipendenti di raggiungere la loro sede di lavoro con più facilità. Sarebbe un’ottima soluzione anche per noi. Sono convinto che la politica debba incentivare questo tipo di mobilità dotando tutte le città principali di piste ciclabili e di un servizio bike sharing».