Eccoci al Girone G, amici lettori, composto da Germania, Portogallo, Stati Uniti e Ghana. I mangiacrauti tedeschi proveranno a vincere la Coppa del Mondo anziché perdere in finale o semifinale come le ultime sessantadue volte.
Per scrollarsi di dosso l’etichetta di “eterni secondi” e “sfigati, i panzer si affideranno al collaudato gruppo del Bayern Monaco guidato dal sempiterno Bastian Schweinsteiger, che tradotto in italiano si chiamerebbe Sebastiano Cavalcamaiali (siamo seri, chiedete a chi studia tedesco per credere, ndr). Schweinsteiger è al suo terzo mondiale e con quel nome da Generale delle SS rappresenta una istituzione della “tedeschità”: basta pronunciarlo a voce alta calcando l’accento per rievocare i fasti del Terzo Reich. I due portieri di riserva Weidenfeller e Ron-Robert Zieler sono i suoi fidi compari: li immaginiamo gridare negli spogliatoi battendo i pugni su una cartina del Brasile come Hitler e i suoi collaboratori nella famosa scena di “Bastardi senza Gloria”. Questa Germania è davvero forte: i secchi di Paulaner sono pronti per festeggiare dal 1991 e l’impronunciabile terzino Grosskreutz ha promesso ai compagni una cena a base di wurstel e kartoffen in caso di vittoria. Cosa possiamo augurargli se non quintali di bicarbonato?
Tutto il Portogallo è invece aggrappato a Cristiano Ronaldo. CR7 avrà puntate addosso tutte le telecamere del pianeta, persino una quando si scaccola e un’altra mentre si gratta le chiappe; un suo starnuto è capace di attirare centinaia di mass media, un suo rutto può finire a caratteri cubitali sulla prime pagine dei giornali. Cristiano è brillanti nato, oleato, depilato, tosato, profumato, anche dopo 90 minuti di gioco: il suo sudore è come lo Chanel N.5 e ci fanno pure gli Arbre Magique. Cristiano è pure il sogno erotico di tutte le donne appassionate di calcio, letteralmente con gli ormoni in fiamme dopo le ultime foto col pigiamino di Winnie the Pooh. Anche se la vera star dei lusitani è il centrocampista Raul Meireles: look fuori dagli schemi, carattere istrionico e barbone di moscardelliana memoria. Un tipo simpatico e mai banale; un perfetto idolo per Joga Malinho.
Ma passiamo agli Stati Uniti. I giocatori americani, in questi giorni, si stanno convincendo che c’è alle porte un mondiale di calcio e non un qualcosa di simile al Superbowl. Avranno bisogno di almeno un’altra settimana per capire in questo strano gioco esistono due tempi di quarantacinque minuti e nessun inning, mentre non gli basterà una vita per smettere di chiamarlo soccer anziché football. Il giocatore più rappresentativo è il buon vecchio Clint Dempsey che dopo il torneo ricomincerà a vendere hot dog sulla Quinta Strada. Nel nome dell’ignoranza mi auguro che questi bislacchi yankees usino almeno le loro gambine a mò di mazze da baseball. E che picchino duro.
E infine il Ghana, squadra africana che punterà tutto sui centimetri… Calma. Calma. Le vostre menti contorte e sporcaccione hanno subito pensato male. Non ci riferiamo all’importante altezza dei calciatori. Parliamo invece di ciò che di più prezioso nascondono Muntari e compagni. Nelle file dei ghanesi gioca anche Boateng, fidanzato di Melissa Satta: potete chiedere a lei, se credete diversamente.
Joga Malinho!