I Nirvana sono riusciti a scandire e ad incarnare i ritmi di una generazione con il loro grunge. Il canto di Kurt Cobain, rabbioso e nichilista che esplode nella prima canzone dell’album Nevermind, dal titolo Smell like teen spirit, è considerata tuttora una delle più importanti canzoni della storia della musica rock. Kurt Cobain (canto e chitarra), Chris Novoselic (basso) e Chad Channing (batteria), formano i Nirvana e iniziano a suonare usando la strumentazione di seconda mano dei Melvins. Dopo aver pubblicato il 45 giri “Love Buzz/Big Cheese”, esordiscono a 33 giri nel 1989 con Bleach. Un sound spigoloso, che mescola blues-rock con la tradizione hard-rock e con il fervore hardcore. Ingaggiato alla batteria Dave Grohl, il trio firma con la major Geffen e, nel 1991, pubblica Nevermind. Kurt Cobain dà sfogo ai suoi demoni, mette in luce l’altra faccia dell’America, quella tormentata, inquieta e disadattata. E’ un disco feroce, che si snoda tra la laconicità di pezzi come “In bloom”, la già citata “Smell like teen spirit”, la malinconica ed autobiografica“Come as you are” ed una poetica “Something in the way” (Al di sotto del ponte – il pesce ha mollato una pisciata – e gli animali che ho catturato – sono diventati tutti miei animali domestici – e non continuo a vivere d’erba – e lo sgocciolìo dal cielo – va bene mangiare pesce – perché loro non hanno sentimenti – qualcosa nella strada) composta da due note ed una chitarra acustica, chiude il disco.
Nel 1992 esce Incesticide, una raccolta di b-sides e rarità che anticipa l’uscita di In Utero, del 1993. Terzo album della band prodotto da Steve Albini (già produttore dei Pixies), alterna dolci lamenti e disperate urla di dolore con il tutto inframmezzato da canzoni “rumoristiche” come “Scentless Apprentice” e “Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle”. Il disco suona come un testamento spirituale, l’incipit che recita “La rabbia giovanile ha pagato bene, ora mi sento annoiato e vecchio” è un colpo ben assestato alle orecchie degli ascoltatori. Suona come una premonizione, come la fine, la fine di un sogno, una presa di coscienza. La maturità come incapacità di restare a suonare senza sentirsi sporchi. In Utero è un disco che pone fine a quell’eterna fanciullezza. Su Mtv, i Nirvana ripropongono in chiave acustica molti dei loro successi, incidendo Unplugged in New York, dove l’anima sofferente di Cobain, ormai svelata con il precedente In Utero, conferma il proprio profondo disagio esistenziale. L’inizio della fine. Il 5 Aprile del 1994, Kurt Cobain si uccide nella sua casa di Seattle con un colpo d’arma da fuoco in testa. ”It’s better to burn out than to fade away” (È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente).
Stasera, esattamente dopo vent’anni dalla sua scomparsa, l’unico evento del quale siamo a conoscenza organizzato a Catania, è quello della Doremillaro (sb)Recs al Barbara Disco Lab, che ha ritenuto doveroso dedicare una intera notte per ricordare il protagonista indiscusso di una scena, quella grunge, che ha segnato profondamente la storia della musica per come la conosciamo oggi, nonché, suo malgrado (come amava ricordare egli stesso) un’epoca, assieme alla sua band, i Nirvana. Col volume più alto possibile e con la giusta, viscerale e al contempo rispettosa devozione, riascolteremo live i brani più interessanti che il trio di Seattle sfornò nel corso della sua attività. Reinterpreteranno e si esporranno al pubblico ludibrio degli ospiti d’eccezione: Cesare Basile, Stefano Alì, Enrico “Mapuche” Lanza, Veivecura, Werto, Mattatoio n.3. La band di supporto vedrà la partecipazione di altri amici: Peppe Schillaci (Doremillaro recs, Diane & the shell, Mapuche band, Alì Band, Sharp, Trioclit etc.); Emiliano Cinquerrui (Bestiame, Smegma Bovary); R Ferraro (Bar Noir, Sharp); Gianluca “Ostile” Montagna (Before We Die); Ciccio Guarnaccia (Tachibana Twins).