L'analisi dell'Ocse-Pisa su quasi 12mila quindicenni italiani rivela le difficoltà di comprensione dei testi dei giovanissimi. Vediamo insieme come si classifica l'Italia rispetto agli altri paesi aderenti al progetto.
OCSE
In Italia, il ruolo degli insegnati è ancora oggi sottovalutato e poco valorizzato sia a livello economico e politico sia a livello etico. Pochissimi giovani dichiarano di voler fare questo mestiere, ma in altri Paesi è la professione ambita.
Secondo gli esperti le sfide del futuro verranno vinte sul piano dell'istruzione, con la conoscenza che assume sempre più il valore di nuova valuta del mondo economico.
Lo studio puntava a scovare la correlazione tra il grado di istruzione dei soggetti e l’incidenza di disturbi depressivi. L’Italia, secondo lo studio Ocse, sarebbe tra i paesi meno colpiti dalla depressione tra i laureati.
L'Italia cresce poco, e a quanto pare sono i giovani a pagarne le conseguenze: il monito dell'OCSE.
La disparità di genere è ancora una questione quanto mai attuale. Anche se sono passati oltre 40 anni dalle rivendicazioni femminili per il raggiungimento dell'uguaglianza retributiva tra donne e uomini, che sconvolsero l'Inghilterra degli anni 70, il cammino delle donne nella strada dell'uguaglianza di genere nel mercato del lavoro e nella vita sociale è ancora lungo.
L'Unione Europea boccia di nuovo l'Italia: i giovani laureati del nostro Paese sono troppo pochi e quelli che si laureano non trovano lavoro. Male anche la scuola.
I risultati di un focus dell’organizzazione parigina evidenziano: l’Italia fornisce ai suoi studenti universitari troppe nozioni teoriche e poche pratiche, così si fatica a entrare nel mondo del lavoro. L’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in un rapporto dedicato al Bel Paese mette a nudo i deficit che emergono dal rapporto tra formazione e professione, facendo
Se per gli adulti di quest’epoca mantenere il proprio lavoro e arrivare all’età della pensione sembra essere un percorso interminabile, ancor di più percepiranno questa impressione i loro figli. Per i giovani italiani il fenomeno si fonda su dati statistici certi; quelli diffusi dall’Ocse. Iniziando a lavorare a 20 anni di età, dovranno proseguire almeno fino al compimento del
Pochi laureati e un basso tasso di competenze: sono i dati del rapporto Ocse 2017 che fanno luce sulla competitività degli italiani in ambito europeo. Buono il Jobs Act e la Buona Scuola, ma non bastano. Il rapporto Ocse del 2017 sulla “Strategia per le competenze” non ci fornisce dati rassicuranti sulla salute del nostro sistema educativo e, di conseguenza, sul mercato del lavoro. Secondo i dati
Boom di laureati in ambito umanistico e pochi sbocchi lavorativi per i già pochi laureati italiani: i dati del rapporto Ocse 2017. Pochi laureati in Italia e la maggior parte in ambito umanistico: sono questi i dati del rapporto Ocse “Education at a glance 2017 – Uno sguardo sull’educazione”, il report annuale sull’educazione dei Paesi a economia avanzata. La fonte è piuttosto
Il proprio lavoro deve essere una passione, ma ovviamente bisogna anche poter trarre da esso un guadagno per affrontare tutte le necessità giornaliere. Gli stipendi degli insegnanti sono ormai sempre più bassi e l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, avverte che in questo modo il paese perderà molti docenti qualificati, che vorranno trasferirsi
L’Italia è stata rimandata in Educazione finanziaria. I giovani, nonostante il livello di conoscenza medio sia salito negli ultimi anni, continuano ad avere gravi lacune nelle competenze economiche. L’Italia è avanzata nella classifica OCSE classificandosi a metà con un punteggio medio di 483, leggermente sotto la media che risulta essere di 489 punti. I loro risultati sono paralleli
Studiare non è semplice, non è una novità: ci si stressa per gli esami universitari, ci si stressa per le interrogazioni e le verifiche alle scuole superiori. Da alcune recenti ricerche, le scuole italiane risultano tra le più stressanti in tutto il mondo. Su una scala graduata la cui media è 37 punti, gli studenti italiani si collocano a quota 56, un punteggio troppo elevato. A questo dato
Nell’indagine OCSE, mirata ad evidenziare il divario in termini di preparazione scolastica tra studenti ricchi e meno abbienti, l’Italia tra i 21 paesi analizzati, si piazza positivamente, al di sopra della media, dimostrando una forte capacità inclusiva. In pratica, si segnala che ragazze e i ragazzi di 15 anni, figli e non di genitori laureati e dotati di una libreria di almeno 100
I nuovi dati Ocse promuovono l’Italia e il suo sistema educativo, che ridurrebbe in maniera significativa il divario salariale dei propri studenti. Sfortunatamente, però, le differenze si farebbero sentire nuovamente all’università e nel mondo professionale, un dato comune a tutti i paesi presi in considerazione. Cominciate pure a strabuzzare gli occhi, restate a bocca aperta, lanciatevi, se
Le statistiche Ocse, raccolte su una base di 540000 alunni di 72 Paesi, bocciano l’Italia nell’ambito delle competenze degli studenti italiani nel campo della matematica, delle scienze e della lettura, piazzandola al 35esimo posto. Il Bel Paese, patria di Galilei, Da Vinci, Fermi, Montalcini, sebbene abbia mostrato notevoli segni di miglioramento rispetto agli anni precedenti
Vietato rifiutare il voto dopo un esame non andato come sperato. “Nel rifiuto non c’è nulla di pedagogico, anzi, è una perdita di tempo per i docenti e per gli studenti che rifacendo l’esame non migliorano la loro preparazione, piuttosto allungano la loro permanenza all’università, cosa che invece puntiamo a ridurre”. È questa l’audace proposta di Massimiliano Barolo, docente di Ingegneria
È delle skills degli studenti della penisola che si è occupato il Miur, attraverso il Focus di apprendimento dal titolo “Studenti, computer e apprendimento: dati e riflessioni”, per la cui elaborazione punto di riferimento sono state le informazioni statistiche fornite dall’indagine dell’Ocse Pisa 2012. Sono le competenze digitali degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, insieme
Da INPS e OCSE allarme future pensioni per i giovani, la Fornero ribatte “I trentenni pensino a lavorare e non a quanto prenderanno di pensione”. Di fronte ai segnali d’allarme lanciati la scorsa settimana da OCSE e dal presidente dell’INPS Tito Boeri sul rischio per i giovani d’oggi di andare in pensione più tardi a 75 anni e con un assegno mediamente più basso, la Fornero replica ai microfoni
L’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico insignisce l’Italia di un triste e quanto mai amaro titolo: ultima, ebbene si, nella classifica dei 34 Paesi più industrializzati del mondo per numero di giovani laureati, e appena quartultimi per soldi investiti nell’università in rapporto al Pil. L’ultima edizione di «Education at a glance», presentata dall’ Organizzazione per la
In base al rapporto diffuso dall’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, su disoccupazione giovanile e competenze, con riferimento agli anni 2012/2013, l’Italia detiene il record, inteso in termini negativi, per quanto riguarda la percentuale di giovani e adulti, lavoratori o meno, con scarse competenze nella lettura. Lo studio fa riferimento sia ai giovani in età