Il 21 dicembre cade il solstizio d’inverno 2017: il giorno più breve di tutto l’anno in termini di luce diurna. Il sole, nel nostro emisfero boreale, sorgerà nel punto più meridionale dell’orizzonte est e culminerà a mezzogiorno alla minima altezza.
Saranno all’incirca 8-9 ore di luce quelle che illumineranno la nostra Penisola oggi. Una differenza che aumenta scendendo verso sud, in direzione dell’equatore, e varia asseconda del grado di latitudine. L’Italia ne comprende ben dodici: dai 47° 05’ 29’’ di latitudine Nord della Vetta d’Italia, in Valle Aurina (Bolzano), fino ai 35° 29’ 26’’ per Punta Pescespada sull’Isola di Lampedusa (Agrigento), che rappresentano l’estremo limite settentrionale e meridionale. A Bolzano dall’alba al tramonto di oggi trascorreranno appena 8 ore, 34 minuti e 39 secondi e a Siracusa saranno invece 9 ore, 36 minuti e 53 secondi: la differenza è di oltre un’ora. Sull’equatore, invece, come suggerisce lo stesso nome, le ore di luce e di buio non variano sensibilmente durante l’anno. Oltre questa linea immaginaria che divide in due il pianeta la situazione si ribalta rispetto alle nostre latitudini: oggi, infatti, nell’emisfero australe il numero di ore di luce raggiunge il picco massimo e comincia ufficialmente l’estate.
Solstizio deriva dal latino solstitium e indica un arresto apparente del Sole nel cammino che la nostra stella compie sulla volta celeste, ovvero il momento in cui il sole raggiunge il punto di declinazione massima o minima nel suo moto apparente lungo l’eclittica. Concretamente significa che i solstizi di estate e di inverno avranno rispettivamente il giorno più lungo e più corto dell’anno.
È una ricorrenza che interessa non solo la scienza astronomica, ma che ha influenzato i cicli di vita umani e sociali già dai tempi antichi. Non a caso gli antichi romani celebravano, nello stesso periodo, la festa del Sol invictus (Dal latino: Sole che ritorna a vincere) che rappresenta l’idea che la Stella sembra precipitare nel buio notturno per poi tornare a mostrarsi invincibile e immortale a partire dai giorni successivi.
Una differenza però che non sarà percepibile nell’immediato. Bisognerà aspettare l’Epifania per veder guadagnare un minuto in più di luce diurna, mentre la differenza nei giorni a venire sarà di appena qualche secondo.