Tasse troppo alte all’Università di Torino: l’ateneo sarà costretto a restituire i soldi agli studenti. Il Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa italiana, ha stabilito che nell’anno 2018 l’Università degli Studi di Torino ha addebitato agli studenti tasse che superavano i limiti consentiti. La causa era stata presentata nel 2018 dal sindacato studentesco Unione degli Universitari.
Infatti, secondo la legge del 1997 le università possono riscuotere tasse per un importo massimo pari al 20% di quanto ricevuto dal fondo per il finanziamento ordinario, che è finanziato dallo Stato e viene usato dagli atenei per garantire il funzionamento delle proprie attività istituzionali. Il fondo emanato viene utilizzato per pagare il personale, fare attività di manutenzione e finanziare la ricerca.
La vicenda
Nel 2018 il Fondo assegnò all’Università di Torino era di circa 277 milioni di euro. Quindi l’università avrebbe potuto riscuotere un massimo di 55 milioni di tasse pagate dagli studenti ma ne riscosse 96 milioni. Ma il sindacato afferma che l’Università di Torino non è l’unica a superare i limiti legali imposti sulle tasse universitarie. Secondo i calcoli dell’Udu, almeno 18 atenei presentano una contribuzione studentesca non conforme alla legge. Lo scorso anno, ad esempio, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’Università di Pavia avrebbe dovuto risarcire gli studenti per un totale di 4,8 milioni di euro. Il motivo è che l’ateneo aveva superato il limite del 20% sulle tasse riscosse nel 2013.
L’Udu ha descritto la sentenza come una “vittoria di grande rilevanza” e ha esortato l’Università di Torino a ridurre le tasse e a rimborsare gli studenti non solo per l’anno 2018, ma anche per gli anni precedenti. L’università di Torino ha spiegato che ancora sono in corso gli approfondimenti per verificare quanto accaduto.
Inoltre, afferma che negli ultimi anni il numero di studenti iscritti è notevolmente cresciuto. Non sono però cresciuti i finanziamenti provenienti dal Fondo, e per questo le tasse sono aumentate. Nonostante ciò, l’Università ha confermato il suo impegno nel promuovere l’accesso all’istruzione e nell’espandere la “no tax area”.