Ci si appresta ad entrare in una nuova fase della pandemia e delle regole previste per contrastare l’aumento dei contagi. Infatti, secondo quanto dichiarato recentemente dalla società scientifiche, presto cambieranno le direttive relative all’uso delle mascherine. Questo perché, sebbene gli strumenti di protezione si sono dimostrati fondamentali nell’arco degli anni della pandemia, la nuova situazione epidemiologica e l’immunizzazione realizzata con vaccinazioni e immunità naturale ci pongono di fronte a nuovi scenari.
A tal proposito, il parere delle società scientifiche è che le mascherine rimarranno consigliate per tutti i soggetti fragili, in particolare in ospedale e nelle Rsa. Il tutto considerando l’annunciato allentamento dell’uso obbligatorio delle mascherine nelle strutture sanitare la cui scadenza è prevista per il prossimo 30 aprile, come dichiarato dal ministro della Salute Schillaci.
“Bisogna distinguere le situazioni – ha dichiarato in merito all’argomento Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) –: da una parte vi sono luoghi sensibili e critici dove si annida ancora un elevato rischio di contagio di Covid, in particolare per le persone anziane e vulnerabili; dall’altra, vi sono luoghi in cui tale divieto non ha più senso, perché il mondo intorno a questi ambienti è totalmente privo di qualsiasi protezione con le mascherine”.
“Oggi la situazione epidemiologica è diversa per numerose ragioni: vi è un’immunizzazione pressoché totale della popolazione tra vaccini e immunità naturale – ha affermato invece Marco Falcone, Segretario della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali –; la circolazione del virus rimane limitata; continuano a prevalere varianti che non provocano una malattia grave. Pertanto, non si ravvisa una necessità dell’uso obbligatorio di mascherine, che hanno un ruolo più limitato che in passato”.
Tuttavia, le società scientifiche continuano a consigliare l’uso dei dispositivi di protezione in alcuni casi. “È opportuno mantenere ancora delle restrizioni nei luoghi dove realmente si concentrano le persone a più alto rischio, compresi alcuni settori specifici delle strutture ospedaliere e alcuni luoghi residenziali come le Rsa dove l’ingresso esterno può portare il contagio da parte dei visitatori” ha poi aggiunto Claudio Cricelli.
“Attualmente le complicanze gravi dell’infezione da SARS-CoV-2 sono fortunatamente rare, grazie alla campagna di vaccinazione effettuata nel nostro Paese su larga scala – ha affermato Lorenzo Palleschi, Presidente della Società Italiana di Geriatria, Ospedale e Territorio (Sigot) in merito al tema delle mascherine – tuttavia, i cosiddetti pazienti fragili, che hanno una ridotta capacità di risposta e reazione nei confronti di agenti perturbanti, sia esterni che interni, ossia i pazienti immunodeficienti, i pazienti oncoematologici, i pazienti affetti da gravi insufficienze d’organo come insufficienza renale o respiratoria, i pazienti in generale affetti da più patologie croniche contemporaneamente e i pazienti di età molto avanzata: per queste categorie sarebbe auspicabile un mantenimento di un livello di vigilanza alta“.