I medici ricercano un conforto con il Ministero per la somministrazione delle terze dosi per le persone di almeno 16 anni di età, da somministrare subito dopo i 6 mesi, dalla seconda dose.
”I dati presentati finora dimostrano che c’è una risposta immunitaria molto buona dopo la terza”. È attesa una ‘‘valutazione ai primi di ottobre”. Dice il responsabile della strategia dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali) Marco Cavaleri. In questo momento solo la la Fda americana (Food and drug administration) ha autorizzato per gli over 65.
Tante sono le esposizioni a riguardo, il presidente dell’Ordine di Roma, Antonio Magi, pretende sia ”attivata il prima possibile la procedura”. Ma le opinioni dei camici bianchi non sono tutte uguali. La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa tempo fa aveva spiegato che” l’inclusione nella popolazione cui somministrare in via prioritaria la terza dose può essere considerata a seconda del livello di esposizione all’infezione”. Specificando come si debba effettuare uno studio specifico di quali fasce di popolazione debbano essere interessate, specificandone l’effettivo bisogno imminente rispetto ad altre.
A parte i soggetti più fragili, indubbiamente l’effettiva necessità è rappresentata dagli stessi sanitari delle sale intensive e di degenza ordinaria, che hanno necessità di avere un rafforzo immunitario maggiore. Non si vedono differenze nell’efficacia vaccinale che si misura sui casi di re-infezione secondo l’ultima rilevanza dell’Istituto superiore di Sanità, tra i sanitari e le altre categorie.
Secondo il virologo Andrea Crisanti: ”La terza dose di vaccino andrebbe fatta sei mesi dopo la seconda se si vuole avere un livello di protezione che blocchi la trasmissione”.
”È verosimile che ci sarà la terza dose per tutti, ma i tempi ce li dirà la scienza. Il campanello d’allarme sulla riduzione dell’immunità arriverà dai dati del monitoraggio” – conclude il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.