Durante il periodo del confinamento, a causa dell’emergenza Covid-19, anche la Francia ha dovuto far fronte ad alcuni problemi interni di notevole importanza: assenza di mascherine, didattica a distanza, assenza di mezzi nelle banlieuesย francesi, studenti e studentesse universitarie con problemi legati al pagamento dell’affitto, alla connessione Internet e ad un sovraccarico di studio a cui far fronte.
Ripercorriamo, in questo articolo, le tappe piรน salienti che hanno portato al confinement, con un focus speciale alla situazione scolastica e universitaria attraverso le dichiarazioni di alcuni studenti.
Dai primi casi di COVID-19 alla chiusura: le tappe piรน salienti
La Francia, cosรฌ come lโItalia, ha dovuto fra fronte a una situazione di confusione iniziale che ha portato, in seguito alla chiusura delle attivitร , all’arresto delle lezioni a scuola e all’universitร , nonchรฉ a una limitazione della libertร generale. Vediamo le tappe principali che hanno portato, dai primi casi di Covid-19, all’arresto delle attivitร .
Il 24 gennaio 2020, due persone originarie della Cina sono risultate positive al Covid-19 a Parigi e a Bordeaux. Il 28 febbraio successivo un turista anziano รจ finito in rianimazione e, a seguito di quest’occasione, la compagnia di volo nazionale francese Air France ha deciso di chiudere ogni volo da e verso la Cina. Il 2 febbraio รจ atterrato un volo a Istre con 254 persone di cui 64 francesi e il 21 dello stesso mese una trentina di francesi sono stati ugualmente rimpatriati e messi in quarantena a Calvados. Il 15 febbraio, un turista cinese di 80 anni รจ morto di Covid-19 ed il 24 febbraio il governo ha domandato a chi veniva dalle regioni italiane piรน colpite dall’epidemia, ovvero dalla Lombardia e dal Veneto, di evitare ogni uscita non indispensabile.
Il 28 febbraio si รจ passati alla fase 2 dellโepidemia, il 4 marzo il governo ha verificato lโinsufficienza delle mascherine. L’8 Marzo il governo ha limitato i rassemblement per piรน di mille persone. Per quanto riguarda le scuole, lโ11 marzo la Corsica ha deciso di chiuderle ed il 16 marzo Macron ha annunciato la chiusura degli asili, della scuola e dellโUniversitร , dopo il primo turno delle elezioni municipali il 15 marzo.
COVID-19 e apprendimento: tra ricchi e poveri
Dopo aver chiuso il 16 marzo le scuole e le universitร , in Francia si assiste ad alcune fratture sociali: le lezioni online mostrano tutta la difficoltร delle famiglie senza PC sufficienti e senza connessione a banda larga. Diversi interrogativi vengono a galla: quante famiglie possono permettersi un portatile per seguire le lezioni? Quanti hanno una stanza per potere seguire le lezioni e studiare tranquillamente? Quanti studenti e studentesse universitarie sono rimaste senza mangiare, senza soldi e senza punti di riferimento, chiusi in delle stanzette delle residenze universitarie?
Facile parlare di possibilitร , di inclusione: la chiusura ha provocato una bomba sociale alimentando la polarizzazione della societร . In modo particolare si assiste ad un clivage sociale tra ricchi e poveri, ed รจ possibile distinguere due poli opposti della situazione: da una parte le famiglie agiate i cui figli hanno potuto studiare nelle loro case di campagne tranquillamente; dall’altra chi รจ rimasto chiuso in un residence universitario senza la possibilitร di avere i soldi per pagare lโaffitto o, peggio ancora, senza poter fare la spesa.
E le universitร , come si sono organizzate? Sono state all’altezza della situazione? Cosa ne pensano gli studenti e le studentesse? Ecco cosa ne pensano due studenti parigini, che hanno vissuto in prima persona la didattica a distanza.
Due testimonianze dirette
Abbiamo intervistato una studentessa ed uno studente iscritti in unโuniversitร parigina, chiedendo loro come hanno vissuto l’esperienza delย confinementย dal punto di vista universitario.
La studentessa, rimasta a casa con i suoi genitori, ha dichiarato che: โI professori non sono stati sempre presenti, ma la direttrice del Master รจ stata in grado di gestire la situazione e tutto รจ proceduto nel verso giusto. Ho avuto delle difficoltร a reperire il materiale e le risorse necessarie, poichรฉ la biblioteca universitaria era chiusa ed ho lavorato ancora di piรน rispetto ad una situazione di normalitร โ. L’altro studente invece, una volta sospese le lezioni e stabilita la modalitร a distanza, ha deciso โdi ritornare a Strasburgo qualche giorno, per poi ritornare dai miei genitori in Lussemburgoโ.
Per quanto riguarda la didattica, lo studente dichiara che โlโorganizzazione dei corsi a distanza ci ha messo un po’ di tempo a prendere piede. Solamente un corso รจ stato tenuto su Skype da una docente, mentre gli altri ci hanno inviato del materiale tramite e-mailโ. Per quanto riguarda gli esami, invece, โnonostante la convalida degli esami si facesse tramite delle tesine, era difficile entrare in contatto con i docenti, tranne con la mia relatriceโ.
Tuttavia, prosegue lo studente intervistato, โil periodo di confinamento รจ passato velocemente, ho anche aiutato i miei genitori nelle faccende domesticheโ. Tra la possibilitร di notare il clivageย sociale, che porta ad una frammentazione della societร , ci sono anche dei casi in cui si รจ riscoperto la voglia di aiutare in casa, di studiare, di leggere un buon libro. La chiusura delle biblioteche ha alimentato difficoltร tra gli studenti e le studentesse, da una parte perchรฉ privati di alcuni spazi per studiare e lavorare, dall’altra per i materiali da studiare.