Semplice ed efficace, almeno sulla carta: il “Bonus Befana” pensato in questi giorni dagli esponenti del governo a lavoro sulla legge di bilancio da approvare entro fine anno piace davvero a tutti e potrebbe costituire un mezzo efficace di contrasto all’evasione, più dei controlli della finanza.
Si tratta, in pratica, di un rimborso di massimo 475 € per alcuni pagamenti tracciabili e a rischio evasione. Chi paga usando bancomat o carte di credito viene in questo modo incentivato, a scapito di chi paga in nero. La trovata targata governo giallorosso è stata inserita tra le proposte del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio che, come emerso da diverse voci nel dibattito pubblico, si pone tra i suoi scopi quello di incentivare il pagamento tramite moneta elettronica.
La proposta consiste quindi in un bonus una tantum per chi acquista con carte e bancomat nei settori a rischio evasione, con un tetto minimo di spesa di 2.500 euro. Il cosiddetto “Bonus Befana” verrebbe abbinato al “cashback” mensile, vale a dire il rimborso sugli estratti conto su ogni acquisto tassato ad aliquota maggiorata per chi utilizza mezzi tracciabili per i pagamenti.
Il rimborso avverrebbe in un’unica soluzione direttamente in dichiarazione dei redditi e dovrebbe essere pari al 19% della spesa effettuata (e dunque, considerata la soglia di 2500 euro, coinciderebbe con un “bonus” di 475 €). Tuttavia, il “Bonus Befana” potrebbe arrivare più tardi di quanto preventivato. Si sperava già di poter erogare il rimborso a inizio anno, ma l’operazione di controllo necessaria da parte dell’amministrazione finanziaria per verificare il diritto al bonus è particolarmente lunga, in quanto si dovrebbero verificare controlli a tappato su milioni di operazioni finanziarie.