Nei giorni scorsi il Tribunale di Catania ha condannato per abuso d’uffici o la commissione d’esami del concorso di ricercatore universitario per la struttura didattica di Lingue a Ragusa, in cui fu coinvolto Gianbattista Sciré. Lorenzo Fioramonti, vice ministro dell’Istruzione, è intervenuto a proposito del caso Sciré inviando una lettera al rettore dell’Università degli Studi di Catania, Francesco Basile.
Nella lettera si chiedono informazioni sulle scelte dell’ateneo a proposito della vicenda, e in particolare sul perché l’Università di Catania non si è costituita parte civile nel processo penale contro la commissione d’esami e sulla mancata esecuzione delle sentenze amministrative del 2014 e del 2015 che hanno riscritto la graduatoria del concorso.
La risposta dell’ateneo sulla possibilità di costituirsi parte civile nel processo penale è quella di aver preferito adire alla Corte dei Conti. In merito alla lettera del vice ministro, invece, l’ufficio legale dell’Università di Catania ha sottolineato che la sentenza sul caso “è stata regolarmente ottemperata dall’ateneo catanese”. Ha precisato inoltre che Giambattista Sciré “è stato pagato per equivalenza, e che lo stesso ha ricoperto per alcuni mesi il ruolo di ricercatore”.