Il nuovo governo ha infine messo in atto le modifiche alla legge 107, portando cambiamenti radicali alla parte riguardante i concorsi a cattedra, con l’obiettivo di snellire la burocrazia scolastica.
Dovrebbero essere riconfermati i 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche, ma saranno esentati i soggetti in possesso di abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione. Verranno inoltre privilegiati i precari storici con almeno tre annualità di servizio, anch’essi esenti dal conseguire i 24 crediti formativi.
Il concorso inoltre sarà abilitante nell’immediato per chi avrà superato tutte le prove concorsuali, che si confermano due scritte e una orale. Le competenze linguistiche dei candidati si atterrano invece al conseguimento del livello B2 del quadro di riferimento europeo.
La nuova riforma dice invece addio al FIT e all’ambito territoriale; chi supera il concorso farà un anno di prova e formazione come supplente, quindi sarà assunto in ruolo, senza poter chiedere mobilità per i successivi 4 anni.
Per quanto concerne gli insegnanti di sostegno, la prova prevede un solo esame scritto e uno orale, concentrandosi sulle competenze psico-pedagogiche speciali, la didattica per l’inclusione scolastica e le relative metodologie. La graduatoria non prevede idoneità, ma solo un numero di ammessi pari ai posti vacanti.