Sabato scorso Catania si è tinta dei colori dell’arcobaleno. Da piazza Cavour (nota anche come piazza Borgo) fino a piazza Teatro Massimo ha infatti sfilato il corteo del Gay Pride.
Colori, piume, lustrini, unicorni e tanta musica, hanno fatto da cornice a tutta la manifestazione che, secondo le stime, ha triplicato il numero dei partecipanti rispetto all’anno scorso. In 10.000, tra comunità LGBT, famiglie arcobaleno, femministe, sostenitori delle unioni civili ma soprattutto tanti giovani, hanno manifestato contro l’omofobia e contro ogni forma di discriminazione. Proprio la lotta alla discriminazione ha portato gli organizzatori dell’evento ad abbracciare il tema “Mare, Umanità, Resistenza” come risposta alle manovre politiche del nuovo governo.
A far capo al corteo, come di consueto, vi era il camion musicale che, una volta arrivato a destinazione, ha fatto da palco al comizio a cui hanno presenziato diverse personalità, dall’attore Leo Gullotta all’ex sindaco di Catania Enzo Bianco. Tra i presenti anche Armando Caravini, presidente dell’Arcigay di Siracusa, Giovanni Calogero, referente dell’Arcigay Catania, e Amnesty International.
Non è mancato il clima festoso, allegro e coinvolgente tipico del Pride. Ma il grande protagonista della giornata è stato come sempre l’amore. Un amore che, alla luce del nuovo governo, continua ad essere ostacolato e mal visto da una politica che volge lo sguardo all’omofobia e all’affermazione della famiglia tradizionale.
“Questa è una giornata di rivendicazione in quanto, proprio in occasione del Pride, è necessario essere presenti e rivendicare i propri diritti. Nel 2018 non è ancora dato per scontato che una coppia omosessuale possa sposarsi e/o avere dei figli – ha dichiarato una manifestante a LiveUnict – La giornata del Pride è davvero importante perché serve per far vedere a tutti che la comunità gay esiste, è molto forte e rivendica i propri diritti”.
“Se facciamo un confronto con il passato – ha poi aggiunto – è un grande passo avanti essere oggi qui. Tuttavia si tratta di un progresso limitato perché ancora c’è molto da lottare. Purtroppo è facile incontrare persone omofobe o contrarie al matrimonio omosessuale. Con questo nuovo governo la politica nei confronti del diverso – dagli omosessuali ai migranti – è davvero molto rigida. Finché ci sarà Salvini non so fino a che punto verranno trattati i punti riguardo i diritti degli omosessuali”.
“L’evoluzione non si può fermare. – ha confermato una giovane, che manifestava in piazza Teatro Massimo – Questo è un processo evolutivo che non si deve fermare. Noi oggisiamo qui a lottare per i nostri diritti e nessun governo ci potrà mai fermare. Per me è un grande onore essere qui a manifestare”.