Un padre accusa un’università italiana di aver indirizzato l’orientamento sessuale della figlia. Succede nell’Ateneo di Udine, dove un padre ha scritto una lettera ad un’associazione per l’anti-parità dei diritti.
La studentessa aveva, liberamente, dichiarato alla famiglia – sostenitrice della famiglia tradizionale fondata sulla coppia uomo-donna – di essere omosessuale e di amare un’altra donna. Ma sembra che il coming-out non sia stato preso bene. Il padre si è rivolto all’associazione dicendo di aver perduto sua figlia, “letteralmente fagocitata dalla piaga del gender e dell’omosessualità dilagante“. Ed ha incolpato l’università di Udine per l’orientamento sessuale della ventiseienne.
La lettera pubblicata nel sito dell’associazione onlus Provita recita, con un tono drammatico, la situazione e l’umore famigliare: “Da 9 mesi con dolore inimmaginabile non la vedo, non la sento, non so niente di questa ventiseienne…. Da 9 mesi vive in simbiosi (parassitosi sarebbe più corretto) con un’altra sodomita come lei… Da 9 mesi, almeno, ha rinnegato la storia che Dio le aveva donato, nonché ogni grazia che Dio le aveva concesso… Da 9 mesi è uno scandalo impressionante per noi suoi genitori, per i suoi quattro fratelli e chissà per quanti altri… Quando dico scandalo intendo proprio scandalo: una lacerazione violenta nel cuore del percepirsi, nel cuore dell’essenza stessa di quello che siamo“.
Il padre denuncia all’associazione gli eventi che l’Ateneo di Udine ha promosso con tema proprio l’omosessualità, la parità dei diritti. Conclude il padre nella lettera “Queste cose vanno denunciate e rese pubbliche. Le famiglie devono sapere che rischi corrono i propri figli. Le famiglie devono sapere che l’Università offre servizi quali il tutorato (le due lesbiche sono due tutor) che sono delle trappole diaboliche“.