L’anno è il 2050, il luogo Costa d’Avorio e Ghana. A causa dei cambiamenti climatici, quella sottilissima striscia di foresta appena sopra l’equatore si è inaridita a causa di piogge meno costanti e temperature più alte. A farne le spese anche la pianta del cacao, adesso estinta. Perché, come molte altre piante, il cacao ha bisogno di condizioni molto particolari per crescere.
Ed è qui che entrano in gioco Myeong-Je Cho e il suo team della University of California, incaricati di conservare alcuni semi in una serra speciale, in attesa delle modifiche che permetteranno loro di sopravvivere anche in ambienti meno favorevoli.
Come sarà possibile? La tecnologia CISPR, già utilizzata per ottimizzare i raccolti, permette piccole e precise modifiche del DNA che finora non erano considerate possibili. Il colosso della cioccolata, Mars, ha già iniziato a dare il proprio contributo alla ricerca come parte del progetto di ecosostenibilità partito lo scorso settembre, per il quale è stato stanziato 1 miliardo di dollari.
Secondo Jennifer Doudna, che ha inventato e tutt’ora supervisiona la tecnologia del CISPR, l’obiettivo finale non è quello di aiutare unicamente le grandi corporazioni. Raccolti più forti e resistenti potrebbero sfamare intere popolazioni nei Paesi in via di sviluppo. E, ovviamente, se tutto andrà bene, non saremo mai costretti a combattere per l’ultima barretta di cioccolato sullo scaffale di un supermercato.