Eduscopio 2025, la piattaforma della Fondazione Agnelli è tornata con la dodicesima edizione di una delle analisi più consultate da famiglie e studenti in fase di orientamento. I dati di quest’anno mostrano una sorprendente supremazia dei licei di provincia, un confronto serrato tra Roma e Milano e una novità assoluta: la valutazione delle scuole quadriennali. Il risultato?
Una fotografia chiara della qualità scolastica italiana nei tre anni dei diplomi 2020-2022, in piena era Covid.
Eduscopio 2025; Il migliore liceo d’Italia
A conquistare la vetta della classifica generale è il liceo scientifico Giovanni Battista Ferrari di Este (Padova). Si tratta di un istituto di scienze applicate quindi senza latino, ma con informatica potenziata che ottiene un punteggio record: 94.45/100, il più alto d’Italia.
Dietro di lui, ancora istituti di provincia: il liceo scientifico Giovenale Ancina di Fossano (Cuneo) e il Giorgio Dal Piaz di Feltre (Belluno), rispettivamente con 93.18 e 92.65. È un dato significativo: le scuole periferiche confermano una solidità che spesso supera quella dei grandi centri urbani, dove la competizione è altissima ma i risultati non sempre si traducono in punteggi migliori. Un dato che dovrebbe alimentare una riflessione profonda sul valore della “scuola di prossimità”, troppo spesso sottovalutata nelle narrazioni nazionali.
Milano vs Roma: nella sfida tra metropoli vince la Capitale
Scendendo nei dettagli delle aree metropolitane, Eduscopio 2025 mostra un’Italia estremamente variegata.
A Milano, il classico Berchet riconquista la vetta, mentre il Volta si conferma tra i migliori scientifici del Paese. Eppure è la Brianza a sorprendere, con il liceo classico Marie Curie di Meda che supera tutti, mettendo in discussione lo storico primato delle scuole del capoluogo.
A Roma, dominano ancora il classico Visconti e lo scientifico Righi, due istituti che non solo mantengono performance altissime, ma superano anche i loro corrispettivi milanesi, tra le scuole tecniche e professionali, eccellono l’Einstein-Bechelet, il Di Vittorio-Lattanzio e il Tor Carbone.
Un quadro che ribalta i pregiudizi: la Capitale, spesso considerata meno competitiva sul piano didattico, guadagna terreno e conquista il miglior piazzamento complessivo tra le grandi aree urbane.
Il quadro nazionale: da Torino a Napoli, le eccellenze locali
Eduscopio 2025 mostra anche una forte eterogeneità territoriale.
Bologna conferma il duo Galvani–Copernico, Firenze brilla con Galileo e Machiavelli, mentre a Napoli il Convitto Vittorio Emanuele II conquista un doppio primato tra classico e scientifico, un risultato che evidenzia un investimento didattico di lungo periodo che continua a dare frutti.
Nel complesso, il quadro urbano è competitivo, ma anche più frammentato: eccellenze fortissime convivono con istituti che fanno più fatica a mantenere standard costanti, segno che le grandi città, pur ricche di opportunità, non garantiscono automaticamente una formazione migliore.
Il portale basato sui dati di 1.355.000 diplomati di 8.150 scuole evidenzia così un’Italia ricca di eccellenze, spesso diverse per tipologia e vocazione, ma accomunate da solide basi didattiche e da una buona continuità tra percorso scolastico e universitario o lavorativo, come evidenziato nell’articolo Classifica scuole 2025: i migliori licei e istituti tecnici a Catania.
L’efficacia delle scuole: università e lavoro come vere cartine tornasole
Uno degli elementi che ha reso Eduscopio 2025 un riferimento per studenti e famiglie è la capacità di valutare la scuola non durante, ma dopo. I ricercatori monitorano i percorsi di migliaia di diplomati seguendo due direttrici:
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il successo universitario: numero di esami e media dei voti;
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l’inserimento lavorativo: tasso di occupazione e coerenza tra studi e lavoro.
Questo approccio sfata molti miti. Ad esempio, non sono sempre i licei “più famosi” a offrire le migliori basi per l’università: spesso istituti meno noti ottengono risultati superiori proprio perché investono con maggiore continuità nella preparazione metodologica degli studenti.
Anche negli istituti tecnici emergono realtà straordinarie: dal Manzoni e Verri di Milano, al Di Vittorio-Lattanzio di Roma, fino ai tecnici napoletani come il Galiani o il De Nicola.
Eduscopio 2025 mostra chiaramente che il successo nel mondo del lavoro non dipende solo dal settore tecnologico di riferimento, ma dalla capacità delle scuole di costruire competenze solide, aggiornate e riconoscibili dalle aziende.
La grande incognita dei percorsi quadriennali: promesse mancate?
Per la prima volta Eduscopio include nella sua analisi i diplomati dei percorsi quadriennali, la sperimentazione
La principale novità dell’edizione 2025 riguarda la valutazione dei diplomati dei percorsi quadriennali, un esperimento avviato nel 2018 avviata nel 2018-19 dall’ex ministra Valeria Fedeli ,con la promessa di rendere l’Italia più allineata agli standard europei.
I dati esaminati relativi a 2.112 studenti confrontano i risultati universitari con quelli dei loro compagni del percorso tradizionale.
Il risultato, però, è tutt’altro che entusiasmante: gli studenti usciti dopo quattro anni registrano, in media, esiti universitari peggiori rispetto ai loro coetanei del percorso quinquennale. Meno crediti, voti più bassi, maggiori difficoltà nel primo anno di università.
La cosa più sorprendente è che questi studenti partivano da livelli più alti: avevano infatti ottenuto voti migliori alla fine delle scuole medie, mostrando maggiore motivazione già in ingresso.
Questo significa che la criticità non sta negli allievi, ma nel modello didattico. Secondo Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, senza un ripensamento “profondo e strutturale”, il modello rischia di comprimere competenze e maturità più che accelerarle. Un tema destinato ad accendere il dibattito politico ed educativo nel corso dei prossimi mesi.
«I percorsi brevi, senza un profondo ripensamento didattico e organizzativo, rischiano di indebolire le competenze».
Eduscopio 2025: una bussola per famiglie e studenti
L’edizione 2025 di Eduscopio conferma che scegliere una scuola superiore è un passo decisivo, ma anche un’opportunità straordinaria. Le classifiche mostrano un Paese ricco di eccellenze diffuse, in cui non conta vivere in una grande città per ricevere una formazione di qualità.
Allo stesso tempo, rivelano le sfide future: innovare senza impoverire, sperimentare senza sacrificare solidità, investire nelle scuole come comunità educanti e non solo come luoghi di istruzione.
Per studenti e famiglie, questa edizione non è soltanto una fotografia, ma una bussola: non dice quale scuola scegliere, ma aiuta a capire perché sceglierla. E in un’Italia che cambia veloce, avere una bussola affidabile è forse il primo passo per costruire il futuro con consapevolezza.












