“L’Acqua che Insegna alla Sete”: il progetto parte da Catania
In un’epoca in cui sostenibilità e benessere ambientale non sono più opzioni ma necessità, Catania lancia un segnale importante partendo proprio dalle scuole. Con il progetto “L’Acqua che Insegna alla Sete”, l’amministrazione comunale avvia un percorso virtuoso per rendere gli ambienti scolastici più salubri, sostenibili e attenti ai bisogni primari dei più piccoli: acqua sicura e ambiente sano.
La prima scuola coinvolta è l’Istituto Pizzigoni/Carducci, ma il progetto punta a estendersi a tutti i plessi scolastici della città.
Un impegno concreto per salute e ambiente
L’iniziativa, promossa dall’assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Guzzardi con il sindaco Enrico Trantino, il dirigente scolastico Fernando Rizza, la S.T.E.I. Srl e partner commerciali, prevede l’installazione gratuita di dispositivi che forniscono acqua pura e sicura a studenti e personale scolastico.
Ma non solo: i dispositivi agiscono anche come sanificatori d’aria, migliorando le condizioni ambientali all’interno delle aule. Un doppio beneficio che unisce la tutela della salute con una maggiore qualità dell’apprendimento.
Meno plastica, più futuro
Oltre al benessere individuale, il progetto guarda anche alla sostenibilità ambientale. Ogni impianto installato consente, in un anno scolastico, di evitare la produzione di circa 7.200 bottiglie in plastica PET, ovvero circa 700 chili di plastica non immessi nell’ambiente.
Un gesto semplice ma potente che insegna ai più giovani, con l’esempio, l’importanza della responsabilità ecologica. L’acqua, spesso data per scontata, torna così al centro dell’educazione come bene essenziale, non illimitato, da tutelare con gesti quotidiani.
Un modello da estendere anche all’università?
Se è vero che educare parte dai più piccoli, è altrettanto vero che il percorso non si esaurisce nelle scuole primarie. In una città universitaria come Catania, sarebbe auspicabile che un’iniziativa di questo tipo venisse estesa anche all’università, nei poli didattici e nei luoghi di aggregazione studentesca.
La presenza di erogatori d’acqua gratuita e sostenibile negli atenei, infatti, non solo aiuterebbe a ridurre il consumo di plastica, ma sarebbe un servizio utile e accessibile per migliaia di studenti che ogni giorno vivono l’università. L’acqua è un diritto, e metterla al centro delle politiche educative — anche a livello accademico — significa promuovere uguaglianza, salute e consapevolezza ambientale.
Educare con l’esempio, sin da piccoli
“L’Acqua che Insegna alla Sete” non è solo un nome evocativo: è un messaggio educativo potente. Insegna a riconoscere i bisogni fondamentali, a prendersi cura del pianeta, a scegliere ogni giorno soluzioni più sane e sostenibili.
L’augurio è che questo modello, partito da una scuola di Catania, possa crescere, arrivare in ogni quartiere, in ogni plesso, e — perché no — anche tra le aule universitarie, per costruire una città che non spreca, non inquina e si prende cura dei suoi cittadini, di tutte le età.
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