Dopo oltre due anni di rinvii, arriva lo sblocco ufficiale dei fondi previsti dalla misura M5C3I1.1.1 del PNRR, destinata alle Aree interne. Un risultato di rilievo per il territorio della provincia di Catania, che potrà contare su oltre 21,9 milioni di euro. Le risorse, a lungo a rischio dopo la riprogrammazione del Piano voluta dal governo Meloni, sono state riconfermate grazie anche all’azione sindacale dello Spi Cgil Sicilia e delle sedi di Catania e Caltagirone, che hanno esercitato una forte pressione politica e pubblica per il reintegro della misura.
Interventi su 21 comuni e l’Asp di Catania
I fondi interesseranno 21 Comuni e l’Asp etnea, con progetti finalizzati alla costruzione di un nuovo modello di welfare territoriale. L’Asp riceverà oltre 1,1 milioni per avviare percorsi assistenziali post-ospedalieri e prevenire i ricoveri. Tra gli interventi comunali, spiccano i 2 milioni per l’assistenza domiciliare a Giarre, altrettanti per l’integrazione sociale a Grammichele, e 3 milioni per un centro di aggregazione condiviso tra San Pietro Clarenza e Belpasso. I fondi serviranno anche per riqualificare strutture sportive, realizzare centri per anziani, disabili e minori, e migliorare i servizi domiciliari.
Il ruolo dello Spi Cgil e la sfida agli enti locali
Secondo le segretarie generali Balistreri, Rotella e Scibona, questi fondi rappresentano un’opportunità storica per rilanciare l’inclusione sociale e l’occupazione qualificata. Ora però la responsabilità passa agli enti locali e all’Asp: sarà necessario dimostrare capacità progettuale, rapidità di esecuzione e visione strategica. Lo Spi Cgil si impegna a monitorare l’attuazione dei progetti e ad assistere operativamente le amministrazioni, affinché i fondi siano utilizzati in sinergia con altre risorse europee e nazionali. L’obiettivo è costruire una rete di servizi duraturi, in grado di generare coesione sociale e sviluppo nei territori più fragili della provincia.











