La sicurezza sul lavoro per i poliziotti è ancora un tema irrisolto, soprattutto per chi presta servizio operativo in strada. A denunciarlo è il Siap di Catania (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), che pur riconoscendo lo sforzo dei vertici, evidenzia come la normativa sulla sicurezza (D.Lgs. 81/2008) sia applicata in modo parziale all’interno della polizia di Stato. Secondo il segretario provinciale Tommaso Vendemmia, a beneficiarne sono solo gli agenti impiegati negli uffici. Gli altri — in servizio su volanti, squadre mobili o reparti operativi — non godrebbero di alcuna forma concreta di tutela. Una delle criticità principali segnalate dal sindacato riguarda proprio l’assenza di riconoscimento del veicolo di pattuglia come luogo di lavoro, nonostante le ore trascorse al suo interno in condizioni spesso gravose.
Controlli interni e mancanza di trasparenza
Il Siap Catania denuncia inoltre la gestione della sicurezza da parte dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, basata su un sistema di autocontrollo privo di verifiche indipendenti. A differenza delle Forze Armate, per la polizia non sarebbero previsti interventi da parte di medici o ispettori esterni, lasciando quindi spazio a lacune e inadempienze. Il sindacato segnala di aver già depositato tre esposti per sollevare la questione, rimasti senza alcun seguito. Secondo la nota, la mancanza di una valutazione reale dei rischi porta alla negazione di indennizzi per infortuni e malattie professionali, aggravando ulteriormente il quadro.
Contratti, pensioni e sacrifici quotidiani
Oltre alla sicurezza, il Siap pone l’attenzione anche sulle condizioni contrattuali dei poliziotti, definite obsolete e inadeguate. I salari restano bassi, i rinnovi contrattuali procedono a rilento e l’incertezza sulle pensioni è alimentata dal ritardo nell’avvio della previdenza complementare, nonostante gli ultimi finanziamenti stanziati dal Governo. In questo scenario complesso, i poliziotti continuano comunque a garantire la sicurezza anche nei giorni festivi, come il Primo Maggio, pur consapevoli che il loro impegno sul campo non è ancora riconosciuto come dovrebbe.













