Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha evidenziato durante un’audizione in videoconferenza alla Commissione parlamentare di inchiesta che il settore della gestione dei rifiuti in Sicilia è gravemente influenzato dalla criminalità organizzata. In particolare, ha sottolineato come, a partire dalle discariche, il settore abbia manifestato numerosi profili di infiltrazione mafiosa. Schifani ha anche ribadito che la Sicilia è la seconda regione in Italia per il numero di illeciti penali legati al ciclo dei rifiuti. La gestione inefficiente e la modernizzazione ritardata del sistema sono attribuite in gran parte all’influenza delle organizzazioni mafiose.
Le difficoltà nel settore e il contenzioso giudiziario
Il presidente della Regione ha aggiunto che due società operanti nel settore dei rifiuti, sottoposte a misure di prevenzione antimafia e confiscate recentemente, stanno attualmente intraprendendo un contenzioso contro la struttura commissariale per l’annullamento del piano rifiuti approvato con ordinanza. Schifani ha spiegato che, nonostante la regolarità dei ricorsi sostenuti dai custodi giudiziari a protezione dei beni aziendali confiscati, questo contenzioso è una chiara dimostrazione dell’inquinamento del settore da parte di pratiche illegali e mafiose, che continuano a ostacolare il miglioramento della gestione dei rifiuti.
Le sfide per la modernizzazione del sistema e la lotta alla criminalità
La gestione dei rifiuti in Sicilia continua a soffrire a causa della persistenza delle infiltrazioni mafiose, che impediscono una regolare evoluzione del sistema. Schifani ha sottolineato che, oltre a contrastare la criminalità, è essenziale accelerare il processo di modernizzazione del ciclo dei rifiuti per affrontare le numerose problematiche legate all’ambiente e alla salute pubblica. La situazione rimane critica, e l’impegno della Regione Siciliana resta fondamentale per risolvere le carenze strutturali e ridurre l’influenza delle organizzazioni mafiose nel settore.