Nella giornata di ieri, sono stati svolti dal gip di Catania, Carla Aurora Valenti, gli interrogatori delle sei persone arrestate in seno all’operazione “Pandora”, messa in piedi a seguito dei casi di scambio elettorale politico-mafioso nel comune di Tremestieri Etneo.
I primi ad essere interrogati dal gip, in un’inchiesta che conta complessivamente 30 persone indagate, sono stati lo stesso sindaco del comune catanese, Santi Rando, e il referente del clan Santapaola-Ercolano, Pietro Alfio Cosentino. Quest’ultimo sarebbe stato il “garante” di precisi accordi elettorali utili all’elezione del primo cittadino.
Rando, già dimissionario dall’incarico di sindaco di Tremestieri, e il consigliere comunale Mario Ronsisvalle sono stati sospesi da parte del Prefetto di Catania, in quanto “funzionari corrotti che avrebbero ricevuto denaro e altre utilità, quasi sempre grazie alla costante attività di intermediazione ell’ingegnere Paolo Di Loreto, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici“.
Cosentino, d’altro canto, si è avvalso della facoltà di non rispondere pur rendendo, però, alcune dichiarazioni spontanee: l’uomo ha infatti affermato di non aver mai ricevuto del denaro e che, nella campagna elettorale che lo aveva visto come candidato, era riuscito a raggiungere soltanto 49 preferenze. L’avvocato di Cosentino, Giovanni Avila, ha annunciato dunque di voler presentare ricorso al Tribunale del riesame.
Posti ai domiciliari anche Giovanni Nacaro, dirigente del comune, e l’architetto Puccio Monaco, consulente “a titolo gratuito” del sindaco.
Quest’oggi tocca invece al deputato regionale Luca Sammartino ed ex-assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, anch’egli indagato per corruzione alla Procura di Catania. L’avvocato Carmelo Peluso deciderà, insieme al suo assistito, la linea difensiva solo dopo l’interrogatorio di garanzia.