Il leader del M5S Giuseppe Conte nel pomeriggio di ieri, 15 marzo 2024, è approdato a Messina per incontrare i cittadini al quale è arrivato, dopo l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, un avviso di espropriazione.
Ad accoglierlo a Torre Faro, dove dovrebbe sorgere il pilone, l’avvocato Carmelo Briguglio, insieme a una delegazione di espropriati, i quali hanno illustrato il progetto e le case che dovranno essere demolite. Successivamente l’incontro si sarebbe spostato presso il Capo Peloro Hotel, dove i principali comitati cittadini contrari alla realizzazione dell’opera avrebbero incontrato il “Comitato Invece del Ponte” con Elio Conti Nibali e Sergio De Cola e il “Comitato No Ponte Capo Peloro” con Mariella Valbruzzi, del WWF con Aurora Notarianni, di Legambiente con Anna Giordano e l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti.
Durante l’incontro l’ex premier ha dichiarato: “Qui si sta progettando in modo avventato e superficiale una infrastruttura con un progetto rispolverato e aggiornato in tutta fretta che ancora rivela criticità. Qui si stanno investendo cifre molte elevate per una struttura che nell’immediato ha provocato la sottrazione di fondi necessari per la Sicilia e la Calabria. A questo progetto diciamo no”. Inoltre, ha aggiunto: “Non prendiamo in giro i nostri concittadini siciliani e calabresi e tutti gli altri italiani. Se vogliamo fare le cose per bene, realizziamo infrastrutture viarie che servono, sia in Sicilia che in Calabria. E in particolare in Sicilia realizziamo impianti idrici che servono in questo momento. La Sicilia è senza acqua, forse sono questi i veri investimenti che servono”.
Per Conte ciò che adesso è importante è non sottrarre fondi che potrebbero servire a migliorare le infrastrutture in Sicilia e in Calabria e a non togliere dai Fondi Fsc della Sicilia 1,3 miliardi di euro che servono per realizzare la Siracusa-Gela, che da una vita attende di essere realizzata. Ha aggiunto ancora: “Ovviamente i residenti si trovano qui con la spada di Damocle con la prospettiva di espropriazione che ovviamente li sconforta e non gli consente neppure di fare investimenti o ristrutturazioni. Qui c’è l’incertezza più assoluta”.