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Etna Comics 2023, Alessandro Borghi: “Fondamentale non pensare solo a sé stessi” [FOTO&VIDEO]

Alessandro Borghi a Etna Comics 2023
Alessandro Borghi a Etna Comics 2023
Alessandro Borghi, vincitore del David di Donatello come miglior attore protagonista con il film "Sulla mia pelle" è stato ospite a Etna Comics 2023: il racconto dell'incontro con i fan.

Uno degli ospiti più attesi dell’undicesima edizione di Etna Comics in corso dal 1° al 4 giugno 2023 è senza dubbio Alessandro Borghi. Classe 1986, attore di rilevanza indiscussa, anche per i ruoli forti che ha interpretato magistralmente lungo la sua carriera, durante i giorni di Etna Comics 2023 Borghi è stato protagonista di un incontro con i fan nel corso del pomeriggio del 3 giugno durante il quale ha avuto modo di raccontarsi al pubblico presente in maniera diretta e sincera.

L’incontro, curato da Francesco Alò, noto critico cinematografico, si è rivelato un’interessante chiacchierata, con un’atmosfera che ricorda una serata tra amici con tanto di scambi di battute e umorismo, ma anche con momenti di serietà per gli aneddoti più profondi. Ecco il racconto dell’incontro dei fan con Alessandro Borghi a Etna Comics 2023.

Alessandro Borghi: dai primi ricordi al cinema come per Proust

L’inizio dell’incontro ha avuto un punto di partenza stabilito da Alò, che ha voluto attraversare le fasi di sviluppo della carriera di Alessandro Borghi attraverso alcune domande mirate. “Quali sono le prime immagini forti che ha Alessandro Borghi quando viene al mondo, prima del cinema?” ha chiesto Alò, optando per una prima domanda che riguardasse proprio l’inizio del percorso artistico di Borghi.

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“Mi ricordo un me molto piccolo a mare con i miei genitori, tra mio padre che cercava di farmi divertire con un asciugamano che mi faceva molto ridere ed è proprio la prima cosa che mi ricordo, e ancora mia mamma e la sua costante presenza accanto a me – ha risposto Borghi –. Ricordo anche che quando giocavo a pallone mi faceva tutto schifo, perché a me non piaceva per nulla giocare a calcio, e poi ho dei ricordi vividi di moltissimi volti anche perché sono una persona molto fisica, che abbraccia e bacia tanto sin da quando ero piccolo. E infatti quando dovevamo partire a fine estate quando si concludeva il campeggio, e mia madre mi diceva di andare a salutare, io facevo il giro di tutto il villaggio prima di andare, per poter salutare tutti uno ad uno.

Da questi ricordi, Borghi ha raccontato come la raccolta di video da bambino realizzata da suo padre sia un esempio di come lui vive ancora oggi: infatti, l’attore romano ha spiegato come riesce a dare il meglio di sé quando è a suo agio, rispetto a quando è “forzato”.

Passando dai primi ricordi visivi personali a quelli della TV e del cinema, Borghi ha raccontato che la prima volta che è rimasto senza parole davanti al cinema è stato quando è andato in sala a vedere “Toy Story”. “Mi ricordo solo di aver pensato che era incredibile, che tutto quello che stavo vedendo era vero. Anche se nel frattempo vivevo la preoccupazione che mia madre fosse scomoda, tratto caratteriale da maniaco del controllo che mi contraddistingue ancora adesso, quello di preoccuparmi sempre di ciò che ho intorno – ha risposto Borghi -. Poi ricordo anche di essere andato a vedere al cinema con un amico il film di “Street Fighter”. Ma a parte questi esempi dei primi ricordi che ho al cinema, ci sono diversi altri film della mia formazione non in quanto attore ma in quanto essere umano che ancora adesso hanno un impatto fortissimo su di me. Per esempio, se vedo “I Goonies”, io torno immediatamente al primo giorno, alla prima volta che ho visto quel film. Quindi mi riferisco a questo potere che ha il cinema di riportarmi ad un momento specifico del mio passato, che nel mio caso è ancora più forte della musica”.

Successivamente, passando in rassegna le sensazioni provate da Borghi di fronte al cinema capaci di trasportarlo a sé stesso da bambino nel pieno stile della madeleine proustiana, c’è stata anche l’occasione di ricordare Nino Manfredi. “Il timore reverenziale che avevo nei confronti dell’idea di qualcuno o qualcosa da piccolo è una cosa che sento moltissimo, come nel caso di Nino Manfredi. Non l’ho mai conosciuto, ma se ne avessi avuto l’occasione non sarei neanche riuscito a parlargli perché ancora adesso lo trovo come una stella inarrivabile e irraggiungibile”.

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Alessandro Borghi: dagli inizi di carriera al successo

Una volta affrontato il tema del passato, Borghi ha avuto modo di raccontare al pubblico il suo approccio al mestiere di attore. Infatti, Borghi ha raccontato di come nella vita lui sia sempre stato pratico, al punto che aveva deciso di lasciar perdere la strada artistica quando sembrava che la sua carriera da attore, svolta in contemporanea ad altri lavori che gli permettessero di avere di ché vivere, non si stava evolvendo come lui avrebbe voluto.

“Ho iniziato a fare l’attore per caso e poi ho scoperto che quest’attività mi piaceva, mi rendeva felice. Solo che in contemporanea svolgevo altri lavori per campare e fare l’attore toglieva del tempo a questi lavori che mi permettevano di guadagnare – ha raccontato Borghi -. A quel punto mi sono dato una scadenza entro la quale avrei messo fine alla mia carriera di attore se non fossi riuscito a portarla avanti come volevo, con i progetti che realmente apprezzavo e con la retribuzione che mi permetteva di vivere di tale mestiere”.

“La scadenza che scelsi fu quella dei 30 anni. E il caso volle che Stefano Sollima è come se mi avesse sentito e all’età di 29 anni mi ha scelto per fare “Suburra – Il film”, e da lì è iniziato tutto”.

“Alessandro riesce a svuotarsi, per questo lo amiamo – ha poi proseguito Alò -. Riesce a togliere delle cose dal suo corpo, e noi siamo attratti da lui e dalla sua recitazione, è un attore che ami perché è sempre diverso, elastico, costante e di attrazione. Per esempio, come hai fatto ad arrivare a due personaggi così diversi come Aureliano di Suburra e Vittorio in “Non essere cattivo”?”.

“Non ho mai amato sedermi e studiare per ore il personaggio. Ho sempre preferito l’osservazione, prendendo ispirazione dagli altri e trasformandola in pratica – ha risposto Borghi -. Ho sempre guardato e osservato tanto, da maniaco del controllo, almeno per quanto riguarda il lavoro. Perché per esempio su mio figlio non sono così “apprensivo” come con il lavoro. Così ho fatto lo stesso con i personaggi che ho intrepretato, prendendo spunto dalla vita che mi circonda. E un ruolo fondamentale riguardo questi due personaggi è stato quello rappresentato da mio cugino Danilo, che per me è una persona importantissima ed è anche a lui che devo i miei successi”.

Alessandro Borghi a Etna Comics 2023: “Sulla mia pelle”

Nel corso dell’incontro tra il pubblico e Alessandro Borghi si è chiaramente trovato uno spazio per parlare anche del film “Sulla mia pelle”, che racconta la storia di Stefano Cucchi interpretato proprio da Borghi. “L’immagine che mi hai trasmesso nei panni di Stefano Cucchi è quella di un corpo senza fiato, che sta esalando l’ultimo respiro: parlaci di quest’esperienza che ti ha portato alla vittoria del David di Donatello ha chiesto Alò a Borghi.

“Inizialmente avevo rifiutato questo ruolo quando mi è stato chiesto di farlo, ma quando ho letto la sceneggiatura me ne sono innamorato e non avrei sopportato di perdere la possibilità di interpretare questo film – ha spiegato Borghi –. In realtà, la cosa che mi spaventava di più era quello di fare un film politico nel senso negativo del termine, mentre io volevo fare qualcosa di più profondo. Volevo partecipare ad un film che rappresentasse un umano con la sua debolezza, in questo caso la tossicodipendenza. Una volta accettato l’incarico, il primo step prevedeva il dimagrimento e da circa 80 kg sono arrivato a pesarne 59, e in questo senso mi sentivo davvero fragile a livelli estremi al punto che sarei potuto svenire con uno strillo e percepivo la necessità di dover razionare le energie”.

“Anche il rapporto che ho avuto con la famiglia di Stefano è stato molto importante – ha proseguito Borghi –. Ricordo che i miei per me sono sempre stati fondamentali e in mio padre vedevo il modello di ciò che avrei voluto essere da grande. Così, incontrare il padre di Stefano è stato per me devastante perché li ho incontrati solo dopo che avevano visto il film e lui mi ha detto che ero riuscito a riportare suo figlio Stefano in vita.

“Infine, è fondamentale tenere a mente che è giusto concentrarsi sulle proprie cose, i propri obiettivi, ma ad intervalli regolari è importante fermarsi a controllare se si è trascurato qualcuno, lasciandolo indietro, se si è fatto qualcosa che ha messo in difficoltà qualcuno. Perché dare sempre la giustificazione che si stava facendo qualcosa di importante è stupido, considerando che si troverà sempre qualcosa di importante per sacrificare i bisogni degli altri” ha infine concluso Borghi.

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A proposito dell'autore

Martina Bianchi

Con una laurea magistrale in Global Politics and Euro-Mediterranean Relations e una triennale in Scienze e Lingue per la Comunicazione, coltiva l'interesse per il giornalismo scrivendo per LiveUnict. Appassionata di lingue straniere, fotografia, arte e viaggi, mira ad un futuro nelle Relazioni Internazionali nel campo dei Diritti Umani, in difesa dei più deboli.

Coordina la Redazione di LiveUniCT da Maggio 2022.

Email: m.bianchi@liveunict.com