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Di anno in anno, sono varie le indagini che vengono condotte sugli studenti per tracciare le tendenze dei loro risultati. Strumenti come le prove Invalsi hanno proprio questo scopo, per comprendere l’andamento degli scolari italiani e individuare le eventuali lacune in modo da aggiustare il tiro sia a livello nazionale che a livello locale.
Tuttavia, le valutazioni possono essere effettuate anche su scala più larga ed è proprio il caso dell’indagine Iea Pirls 2021. Infatti, lo studio PIRLS, Progress in International Reading Literacy Study, si occupa di valutare il livello di competenza nel campo della lettura negli studenti tra i nove i dieci anni, frequentanti il quarto anno di scolarità. L’indagine, che nell’ultima istanza ha interessato 43 Paesi in tutto il mondo, si effettua ogni cinque anni e di recente sono stati rilasciati i dati relativi al 2021. Ecco un approfondimento riguardo i punti salienti dei risultati dei piccoli scolari italiani.
Bimbi italiani e lettura: “l’effetto Covid”
Il risultato generale dell’indagine PIRLS 2021 per quanto riguarda il nostro Paese è positivo: infatti, l’istruzione elementare italiana sembra funzionare correttamente e restituire risultati soddisfacenti. Secondo quanto rilevato, gli studenti italiani hanno ottenuto risultati relativamente elevati nella lettura posizionandosi al 13esimo posto con 537 punti mentre a livello UE, l’Italia si è posizionata al 7esimo posto con un punteggio superiore alla media dei paesi dell’Unione Europea. Inoltre, è doveroso sottolineare come gli studenti di alcuni dei Paesi che si sono classificati più in alto rispetto all’Italia, come Svezia, Finlandia e Polonia, sono almeno 6 mesi-1 anno più grandi rispetto a quelli italiani.
Tuttavia, tra le tante soddisfazioni è importante sottolineare un dato, che è stato definito come “effetto Covid”. Infatti, stando ai dati rilevati dall’indagine, i risultati ottenuti dai bambini italiani sono soddisfacenti ma il dato medio è significativamente inferiore rispetto al risultato di 5 anni prima. Infatti, nel caso dell’Italia il punteggio è diminuito di ben 11 punti nell’ultimo lustro, ma si tratta di un trend comune alla maggior parte dei Paesi. Elemento quest’ultimo, che lascia ipotizzare la forte incidenza della pandemia sui risultati ottenuti dai bambini di tutto il mondo nel 2021.
Bambini italiani e lettura: differenze di genere
Tra i dati da riscontrare nell’indagine PIRLS 2021 c’è un elemento comune sia a livello internazionale che sul piano esclusivamente italiano: si tratta delle differenze di genere. Secondo quanto rilevato attraverso l’indagine PIRLS 2021, le bambine hanno ottenuto risultati più elevati nella lettura rispetto alla controparte maschile. Infatti, in 38 paesi i risultati delle bambine sono superiori rispetto a quelli maschili mentre in 5 nazioni non si sono riscontrate particolari differenze e in nessun paese i bambini hanno ottenuto punteggi superiori rispetto alla controparte femminile.
Come anticipato, l’Italia rientra tra i 38 Paesi in cui i punteggi delle bambine sono stati superiori rispetto a quelli dei bambini: nello specifico, le bimbe del Belpaese hanno ottenuto un risultato medio in lettura di 7 punti superiore a quello dei bambini. A livello internazionale, i Paesi dove si riscontra un divario minore sono la Spagna (2 punti di differenza), la Repubblica Ceca (4 punti) e Israele (4 punti), mentre quelli in cui le differenze dei risultati delle bambine sono stati maggiori rispetto ai bimbi sono Oman (36 punti di divario), Giordania (36 punti) e Sud Africa (57 punti).
Bimbi italiani e lettura: divario Nord/Sud
Infine, un dato interessante a livello italiano è quello relativo all’eterno divario geografico tra il Nord e il Sud del Paese. Secondo quanto rilevato dall’indagine PIRLS 2021, negli ultimi 15 anni le differenze nelle competenze di lettura dei bambini tra Nord e Sud sono triplicate. In particolare, il gap più importante è quello tra le aree Nord Ovest e Sud Isole che hanno ottenuto rispettivamente il risultato migliore e quello peggiore.
Da questi dati è risultato che il divario rilevato per l’indagine PIRLS 2021 tra Nord e Sud è pari a 36 punti, mentre nell’indagine del 2006 il dato si fermava a 12 punti. Tuttavia, come si evince anche dal grafico realizzato nel merito dell’indagine, in questo caso non è possibile “incolpare” la pandemia, considerando che il divario si è andato ampliando nel corso degli anni: infatti, nel 2011, solo cinque anni dopo il divario minimo registrato, era pari a 33 punti e nel 2016 si era registrata una differenza di ben 37 punti, sebbene in quel caso i risultati dei bambini fossero stati migliori ovunque in Italia rispetto al 2021. In ogni caso, questa differenza risulta particolarmente allarmante, indicando la necessità di intervenire al più presto per comprendere la ragione di tali differenze e attuare soluzioni che possano finalmente annullarle.