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Sicilia, via a sciopero della sanità: “1.800 ambulatori chiusi”

sanità sicilia medico
Modifica delle tariffe, rimodulazione del budget e omogeneità nei rapporti con le aziende sanitarie provinciali. Questi sono i motivi per cui è stato indetto lo sciopero in tutte le strutture private convenzionate.

A partire da oggi 21 febbraio e fino al 24 in Sicilia ci sarà un sciopero in cui tutte le strutture private convenzionate si fermeranno. Lo sciopero è stato indetto poiché sono stati portano sul tavolo della Regione alcune trattative come la modifica delle tariffe, rimodulazione del budget e omogeneità nei rapporti con le aziende sanitarie provinciali e purtroppo non andate a buon fine. A far scattare l’agitazione è stato il ritocco (al ribasso) alle previsioni di budget per gli anni 2022 e 2023: la Regione ha garantito alla specialistica convenzionata 283 milioni, anziché i 315 assegnati nel 2021.

“L’assessore Volo ha pubblicamente dichiarato il 13 gennaio che le 1.800 strutture che operano in Sicilia, curando l’85% dei malati siciliani, sono “marginali” nel panorama sanitario regionale, che non sono “servizio pubblico” e che il futuro della sanità per voi pazienti sono le assicurazioni private che, oltre a pagare le tasse, dovrete pagarvi per avere l’assistenza sanitaria alla quale invece avete diritto – si legge in una nota del coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica di Territorio -.

L’Assessore, interpellata più volte, nei giorni a seguire non ha mai rettificato questa dichiarazione. Il duo Razza-La Rocca ha amputato i budget, e quindi la possibilità per noi di curare voi pazienti infischiandosene del piano di fabbisogni della popolazione; l’assessore Volo attualmente in carica non ne ha revocato i decreti quindi è consenziente e complice.

Nei nuovi contratti che noi, come tutte le strutture private convenzionate in Sicilia, siamo obbligati a firmare, ci è tassativamente vietato fare extra budget; il che vuol dire che ogni struttura, arrivata al limite di prestazioni mensile stabilito dall’assessore, ha l’obbligo di mettere alla porta il paziente, a meno che non paghi le prestazioni di tasca propria, abbandonandolo alla strada o al limbo delle estenuanti liste di attesa. Per questi motivi scioperiamo chiudendo i nostri studi e i pazienti non potranno essere ricevuti né da noi né in nessun altro ambulatorio privato convenzionato, ma potranno recarsi per le cure agli ambulatori Asp di competenza. Siamo molto spiacenti per il disagio che ne deriverà ma la politica ci ha bloccati e costretti forzosamente a questa scelta”.

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Il tavolo tecnico permanente “in cui pubblico e privato possano dialogare concretamente“, come auspicato dall’assessore Volo, non è sufficiente. Ma per i sindacati su 60 milioni di prestazioni sanitarie erogate dal Sistema sanitario regionale la specialistica accreditata esterna ne eroga 42 milioni, il 75%, potendo contare su un budget esiguo che non è sufficiente a coprire le prestazioni che forniamo e che vede erogare prestazione per circa 60 milioni di euro l’anno in extra budget non remunerato“.

“Le circa 100 strutture ambulatoriali nostre associate, hanno deciso di sospendere lo stato di agitazione proclamato per il 21, 22, 23 e 24 febbraio prossimi dalle altre sigle ed associazioni di categoria della sanità privata accreditata siciliana”.

Lo annunciano, in una nota congiunta, Elisa Interlandi e Gennaro Lamberti, rispettivamente presidenti di Cidec Federazione Sanità e Federlab Italia (di cui Cidec è parte attiva ed integrante), tra le maggiori associazioni di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN.

Nei giorni scorsi – spiegano – le associazioni sono state ricevute dall’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo alla quale è stato ribadito quanto sia difficile continuare a mandare avanti le nostre strutture operando in extra budget e senza alcuna remunerazione. Il che, anche a fronte di tariffe bloccate da 27 anni, significa doverci rimettere ogni mese, di sana pianta. Pur ribadendo, all’esponente del governo isolano, le enormi criticità in cui si dibatte il settore (al momento ancora irrisolte), in segno di disponibilità nei suoi confronti ma anche per consentire, da parte della Regione Siciliana, l’auspicata formulazione di una proposta concreta che superi lo stallo attuale, abbiamo deciso di sospendere lo stato di agitazione e di non partecipare allo sciopero indetto dalle altre sigle dal 21 al 24 febbraio prossimi”.